L’elezione del nuovo CNDCEC non può essere il motore o il freno della riforma
Gentile Direttore,
le attenzioni e le polemiche di questi giorni sulla categoria dei Dottori Commercialisti sembrano una brutta riedizione delle lotte per il potere che hanno sconquassato la categoria una trentina di anni fa.
Da professionista di altri tempi, che dopo oltre cinquant’anni è ancora strenuo sostenitore della nostra funzione di consulenti e patrocinatori a tutto tondo, assisto molto perplesso alle polemiche di questi giorni sulla necessità di riforma dell’ordinamento (certamente condivisibile), sulla urgenza di intervenire (magari da approfondire) e sulla conseguente modifica delle condizioni di votazione ed eleggibilità del nuovo Consiglio nazionale (il vero focus di tutta la proposta rivoluzione).
Certe esternazioni del Presidente nazionale con l’indicazione di lettere di Ordini locali di consenso e di dissenso valutate per numero o peso, con un alone di nebbia che non riesce a essere dissipata, fanno supporre che il problema dell’elezione del nuovo Consiglio sia il motore o il freno di questa riforma che invece dovrebbe avere ben diversi bersagli da centrare.
Vi è un mondo economico che non aspetta certamente i ritardatari, vi sono spazi in cui affermare il nostro ruolo, talvolta insostituibile, richieste di specializzazione e maggiore affidamento pubblico, necessità di una sempre maggiore preminenza della deontologia, e non sono le modalità di rielezione di un Consiglio nazionale che debbono frenare il cammino di una professione.
Invece sembra che la difesa del “fortino” che si presume, a torto o a ragione, assediato sia il fulcro di tutte le energie in questa sessione di attività del Nazionale.
Ma solo Dino Buzzati con “Il Deserto dei Tartari” ha portato alla fama il tempo sospeso che non si accorge della realtà esterna!
Speriamo che si ritorni con sollecitudine, invece, alla cura del quotidiano presente che ha tanta necessità di commercialisti coesi.
Alberto Arrigoni
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano
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