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LETTERE

La proposta del nuovo sistema elettorale è l’atto finale di un lungo confronto

Giovedì, 21 novembre 2024

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Gentile Redazione,
al fine di dare una piena e completa informazione ai Colleghi che leggono la Vostra pregevole rubrica delle lettere, mi corre l’obbligo di precisare che la proposta di modifica del sistema elettorale dei commercialisti che il Consiglio Nazionale ha deliberato di sottoporre all’attenzione del legislatore è l’atto finale di un lungo percorso di confronto interno al Consiglio Nazionale e tra Consiglio Nazionale e Ordini locali che aveva preso il via già nel maggio di quest’anno.

A ciascun Ordine locale è stata data ripetutamente la possibilità di formalizzare osservazioni sulla bozza di partenza e anche di discuterne in occasione di apposite assisi convocate sul punto.

La proposta di modifica, alla fine, è stata votata all’unanimità dei presenti nella seduta dedicata del Consiglio Nazionale (19 consiglieri su 19 presenti) proprio perché è risultata evidente l’adeguatezza del percorso che abbiamo scelto. Non solo. Alla base di quel voto favorevole c’è anche la consapevolezza che ogni processo riformatore non può che concludersi con soluzioni di compromesso e che le differenti visioni in campo su singoli aspetti non possono essere un ostacolo all’assunzione coraggiosa di decisioni collegiali.

Il rischio, da alcuni paventato, di una deriva populista nell’allargamento della base elettorale del Consiglio Nazionale dai soli Colleghi che siedono nei Consigli degli Ordini locali a tutti i Colleghi è assolutamente ben presente in tutti coloro i quali hanno concorso a giungere alla definizione della proposta finale, ma proprio per questo la proposta prevede un bilanciamento tra “voto degli Ordini” e “voto della base dei Colleghi”.

L’obiettivo è appunto quello di passare, dall’attuale certezza di un assetto rivelatosi ormai più volte eccessivamente autoreferenziale, ad un assetto futuro di larga partecipazione democratica, senza però correre il rischio di una deriva populistica senza contrappesi.

Coinvolgere senza stravolgere: questo è lo spirito della riforma di cui si è dibattuto per mesi e su cui si è trovata alla fine una sintesi tra le diverse proposte pervenute in questi mesi dagli Ordini territoriali e dalle associazioni sindacali.

Mi preme poi sottolineare la contraddizione insita nel tentativo di far passare la proposta di riforma come di matrice populistica e, al tempo stesso, come finalizzata a rendere più agevole la riconferma elettorale di chi è già in carica. Le vicende politiche dimostrano spesso che chi partecipa ad una competizione elettorale da posizioni di difficile responsabilità governativa, anziché da posizioni di facile opposizione, debba confrontarsi proprio con spinte populiste semplicistiche che promettono soluzioni illusorie e che ignorano sia la complessità dei problemi sia la necessità di avere forza e visione prospettica per la loro concreta gestione.

Sorprende, poi, che alcune valutazioni critiche sulla proposta di riforma del meccanismo elettorale si focalizzino sulla ricerca di chi potrebbe esserne favorito invece che sulla idoneità del nuovo sistema elettorale a garantire una migliore e più bilanciata rappresentatività da parte di chi (chiunque esso sia) sarà eletto.

Ancor più sorprendente appare limitare le proprie osservazioni al solo sistema elettorale. Quella che ci accingiamo a sottoporre alle forze politiche di maggioranza e di opposizione è una riforma organica che nasce da un’analisi attenta del contesto nel quale la professione opera oggi, riflette sulle novità rilevanti che quello stesso contesto investiranno nei prossimi anni e prova a delineare il ruolo che i commercialisti avranno in uno scenario sicuramente destinato a subire profonde trasformazioni, preservandone la funzione nazionale a favore di cittadini, imprese e Istituzioni.

Nel metter mano a un ordinamento ormai obsoleto ci siamo occupati, con senso di responsabilità e coraggio, di oggetto della professione, delle norme sulle incompatibilità e sull’esercizio della professione in forma associata, della disciplina del tirocinio, della regolamentazione dei Consigli di disciplina territoriali e nazionale, di morosità e conseguente sospensione o cancellazione dall’Albo, della disciplina dei compensi, di assicurazione professionale, di specializzazioni. In una parola, del futuro della nostra professione e, in modo particolare, dei giovani che negli ultimi anni si sono allontanati da noi, certificando una “crisi delle vocazioni” che è stata spesso oggetto di nostri studi e approfondimenti e sulla quale ora proviamo a intervenire con scelte concrete.

Sarebbe utile a tutti che il livello del dibattito – pur con le legittime riserve e osservazioni critiche che ogni confronto democratico fisiologicamente fa registrare – si misurasse con questa ambizione, evitando di concentrarsi esclusivamente su singoli aspetti che fanno inevitabilmente perdere di vista la visione d’insieme del progetto. Spetta dunque a noi, sia che ci si trovi a guidare la categoria a livello nazionale sia che lo si faccia nelle diverse realtà territoriali, lavorare con piena consapevolezza del proprio ruolo all’individuazione di idee, proposte e soluzioni che non siano utili a qualcuno, ma giuste per tutti.


Elbano de Nuccio
Presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti Contabili

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