C’è ancora poca attenzione al lavoro dei commercialisti
Gentile Direttore,
dopo la nota vicenda del concordato preventivo duole annotare ancora una volta la scarsa attenzione nei confronti della nostra categoria.
Mi preme evidenziare due problematiche ancora irrisolte alla data del 27 novembre, giunti in prossimità ormai di fine anno.
La prima è inerente al tema degli errori formali e di imprecisione che ha visto la categoria coinvolta per la cessione dei crediti edilizi che sta pregiudicando gravemente alcune situazioni a tantissimi colleghi.
È incredibile non aver ottenuto alcuna risposta dalla mail preposta all’uopo da parte dell’Agenzia delle Entrate per le segnalazioni di tali casistiche e non poter sistemare imprecisioni occorse nello svolgimento onesto e senza intenti “speculativi” del proprio lavoro.
Va sottolineato che tale indicazione risulta chiara nella circolare n. 33 del 2022 al punto 5, peccato che le istanze non abbiano avuto il minimo riscontro e che le Agenzie locali non abbiano nessuna possibilità (almeno a loro detta) di riscontrarle e supportarle.
Altrettanto stucchevole risulta, dopo aver paventato una possibile dilazione e spostamento del secondo acconto di novembre 2024, non avere nessuna notizia certa 3 giorni lavorativi prima della scadenza del 30 novembre [il MEF ha dato notizia del rinvio con un comunicato solo ieri in serata, ndr].
Come per tutte le altre cose, sicuramente la proroga arriverà non tardiva ma in zona “superCesarini” clonando un termine calcistico di breriana memoria, creando un sacco di problemi a noi commercialisti che ci troveremo a dover bloccare e riorganizzare i versamenti da parte dei contribuenti (cosa di poco conto...).
Organizzarsi in questo Stato risulta impossibile e svilente, e questa ridondanza nella mortificazione dell’altrui lavoro non è altro che lo specchio di tutto quello che viene fatto senza pensarci, da chi tira i fili del sistema.
Il privato si affanna per migliorare la propria efficienza in termini di programmazione e lo Stato pone solo pali fra le ruote, indipendentemente dai Governi che si alternano senza distinzione di colore.
Credo che gli scioperi, anziché concretizzarsi in improbabili e infruttuose operazioni di astensione di operato, dovrebbero trovare sbocco in manifestazioni di picchettaggio delle Agenzie delle Entrate per edurre il contribuente circa il continuo e persistente disagio a lui creato da parte dello Stato, per adempiere ai propri obblighi, pagamenti in primis.
Il tutto come ben riscontrabile anche in questi giorni, con la grottesca trafila necessaria per ottenere 100 euro di bonus da parte dei dipendenti (che si arrovellano per capire se possano goderne o meno difronte a linguaggi per loro incomprensibili).
Giorgio Manfioletti
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Trento