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Dubbi di legittimità sull’assegno per il nucleo familiare se datore e lavoratore sono conviventi

/ REDAZIONE

Venerdì, 29 novembre 2024

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Con l’ordinanza n. 214 del 20 settembre scorso, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale serie speciale - Corte Costituzionale n. 48 del 27 novembre 2024, la Corte d’Appello di Venezia ha deciso di sottoporre al vaglio della Consulta una questione di legittimità riferita all’art. 2 del DPR 797/55, nella parte in cui non prevede tra le cause ostative al riconoscimento dell’assegno per il nucleo familiare la situazione di convivenza more uxorio tra il datore di lavoro e il lavoratore subordinato.

I giudici veneziani ricordano come non solo i coniugi ma anche i conviventi siano impegnati nell’adempiere ai reciproci obblighi di assistenza. In merito a ciò, la Cassazione è giunta a precisare che il diritto all’assegno per il nucleo familiare compete anche in relazione ai figli nati nell’ambito di una coppia di fatto. La nozione di “nucleo familiare” delineata dal legislatore presupporrebbe esclusivamente la condizione di figlio naturale riconosciuto e non anche l’inserimento in una famiglia legittima (Cass. n. 14783/2010). L’obbligo di assistenza, pur determinandosi a favore del figlio, presuppone un rilievo della famiglia di fatto, con tutte le conseguenze che porta tale condizione.

Da tali premesse, unitamente a una riflessione sulla ratio che sorregge la disciplina ostativa – fondata sulla necessità di escludere che, in relazione al nucleo familiare a cui appartiene il datore di lavoro, lo stesso tragga indirettamente vantaggio dalla prestazione, portando in compensazione l’anticipazione dell’assegno per il nucleo familiare con la contribuzione dovuta – dovrebbe conseguire l’inclusione della situazione del lavoratore convivente col datore di lavoro nel novero delle situazioni ostative al conseguimento dell’assegno per il nucleo familiare.
Tale disciplina, conclude la Corte d’Appello, porta a dubitare della conformità ai precetti costituzionali di cui agli art. 3 e 38 Cost. Dunque, non resta che attendere la pronuncia della Consulta.

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