Così com’è, la minisanatoria delle cartelle esattoriali non è appetibile
Gentile Redazione,
l’ultima versione della minisanatoria delle cartelle esattoriali prevede il pagamento delle imposte per intero più le sanzioni e gli aggi esattoriali entro il termine del 28 febbraio. Da un sondaggio fatto presso l’Equitalia di Avellino, ad oggi sono pochissime le adesioni alla sanatoria.
La cosa si spiega facilmente, in quanto la sanatoria non è appetibile e nello stesso tempo si è previsto un termine molto ravvicinato. Anche se un contribuente fosse intenzionato ad aderire alla sanatoria, non potrebbe materialmente farlo perché non sono stati concessi i tempi per reperire, in questo momento di grande crisi finanziaria, i fondi necessari. Il Senato ha provveduto a rinviare la scadenza al 31 marzo e siamo in attesa che la Camera confermi l’emendamento. Anche la scadenza del 31 marzo non avrebbe, però, alcun effetto sulle adesioni, in quanto chi ha desistito dall’adesione entro il 28 febbraio non potrà comunque farlo con una proroga di un solo mese.
Se lo Stato davvero intenzione di far sì che la sanatoria vada in porto, è necessario:
- come minimo, lasciando ferme le disposizioni attuali, prevedere il pagamento in tre rate, di cui la prima a fine maggio, la seconda a fine settembre e la terza a fine dicembre;
- ancora meglio sarebbe eliminare le sanzioni, perché queste sono state sempre inique e sproporzionate rispetto all’inadempienza commessa (ricordo le sanzioni da due a quattro volte l’imposta) ed eliminare l’aggio esattoriale, in quanto non ci si spiega perché Equitalia, e quindi lo Stato, atteso che i soci di Equitalia sono l’Agenzia delle Entrate e l’INPS, per incassare i propri tributi debba avere riconosciuto anche un aggio esattoriale. La cosa poteva essere giustificata, ma mai con le percentuali applicate in passato, quando la riscossione era nelle mani di privati, ora non più. Io credo che solo in Italia avvenga questo.
È stato verificato che lo Stato incassa poco più del 10% delle somme iscritte a ruolo e quindi una sanatoria più appetibile di quella prevista consentirebbe di incassare certamente di più. L’ideale, per risollevare le sorti di piccoli e medi imprenditori oggi messi in croce da pignoramenti, DURC non ottenibili e banche, sarebbe ripetere in toto il disposto dall’art. 12 delle L. 27 dicembre 2002 n. 289.
Solo così i contribuenti in difficoltà potrebbero fare un ulteriore sacrificio al fine di sanare tutto e ripartire di nuovo.
Alfonso Mordente
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Avellino