Corretta numerazione della fattura solo se c’è sequenzialità
Eventuali «salti data» risulterebbero incompatibili con la normativa vigente
Un sistema che preveda l’istituzione di un numero di fattura composto da otto cifre rappresentanti il giorno di emissione (es. 20200601, 20200602, 20200603, ecc.) e da un ulteriore codice progressivo esadecimale (0001, 0002, …, 000A, ecc.), non risulta compatibile con il requisito della “sequenzialità” richiesto, in primis, dalla direttiva comunitaria e, in subordine, dalla normativa nazionale.
L’Agenzia delle Entrate con risposta a interpello n. 505, pubblicata nella giornata di ieri, è giunta a tale conclusione, analizzando il tema della numerazione delle fatture.
La questione è stata posta da un soggetto passivo che, al fine di evitare di esporre a clienti e collaboratori informazioni relative al quantitativo di documenti emessi, aveva creato la soluzione sopra descritta, ...