Identità delle fatture false da dimostrare per il «ne bis in idem»
Da analizzare tutti gli elementi costitutivi, seppur riferendosi a un confronto fra fatti materiali
Per il riconoscimento del divieto del “ne bis in idem”, va condotto un accertamento rigoroso e “in concreto” riguardo all’eventuale identità del fatto (“idem”) delle condotte contestate.
Nel caso affrontato dalla sentenza n. 13476 della Corte di Cassazione, depositata ieri, il legale rappresentante di una srl era stato condannato dalla Corte d’Appello per essersi avvalso di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti emesse da altra srl, indicando nelle prescritte dichiarazioni annuali, elementi passivi fittizi al fine di evadere le imposte sul valore aggiunto (art. 2 del DLgs. 74/2000).
Tale soggetto, tuttavia, contestava la circostanza per cui su questi fatti vi era già stato un decreto di archiviazione relativo ad un precedente procedimento. ...
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