Consenso del lavoratore non sufficiente per trattare i dati sullo stato vaccinale
Coesistono il diritto del lavoratore alla privacy, il diritto dei colleghi a un ambiente di lavoro sicuro e l’obbligo di sicurezza del datore
Negli ultimi mesi si è sviluppato con intensità via via maggiore il dibattito sui limiti alla circolazione delle informazioni sullo stato vaccinale dei lavoratori e sul trattamento dei relativi dati personali da parte del datore di lavoro. Il dibattito è stato alimentato da una serie di prese di posizione particolarmente rigorose del Garante Privacy, che hanno reso evidente un conflitto tra diverse istanze di protezione.
Il Garante Privacy italiano è intervenuto una prima volta già nel febbraio scorso, pubblicando sul proprio sito le risposte ad alcune FAQ con le quali: ha perentoriamente escluso che il datore di lavoro possa chiedere ai propri dipendenti di fornire informazioni sul proprio stato vaccinale o comunque trattare in qualsiasi modo tali informazioni, neppure con il consenso dei lavoratori;
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