Per le proteste l’unico strumento è il codice di autoregolamentazione
Caro Direttore,
leggo l’interessante intervento del collega Gennaro Saccone comparso ieri (il 31 agosto, ndr) su Eutekne.info, e che citava ANC, a proposito della paventata cancellazione di fatto della nostra categoria, conseguente alla eventuale realizzazione di quello che, stando alle intenzioni dichiarate dal fisco, sembra essere il progetto “zero intermediazione” (si veda “La figura professionale del commercialista dà fastidio al fisco”).
Il collega, che ringrazio per l’attenzione con cui segue le nostre uscite, nella sua personale analisi ravvede quale fine ultimo dell’amministrazione finanziaria, il depotenziamento, se non l’annullamento della possibilità dei contribuenti di agire in opposizione al fisco per il tramite dei professionisti, una volta che questi ultimi saranno considerati superflui in virtù del totale possesso da parte dell’amministrazione dei dati necessari a determinare il dovuto di ciascun cittadino e di ciascuna impresa.
Comprendo bene i timori di coloro che ogni giorno apprendono di una nuova, geniale trovata che dovrebbe risolvere tutti i nodi che in decenni di burocrazia hanno reso inestricabile il sistema fiscale, tuttavia non credo in un siffatto sistema si arriverà mai alla cancellazione della nostra professione, se ancora oggi c’è bisogno che il contribuente (e quindi noi) nella dichiarazione ricordi allo Stato informazioni da lui stesso prodotte.
Piuttosto, ogni tentativo di sbandierata semplificazione (“basta un click!”), si traduce di fatto in una nuova incombenza per noi commercialisti, sui quali viene puntualmente scaricato il peso di operazioni che sarebbero in capo all’amministrazione, naturalmente accompagnate da un pesante regime sanzionatorio.
Quanto alla forma di protesta proposta dal collega Saccone (invio massivo di F24 con codici errati e successivamente rettificati), per quanto di impatto, la stessa risulta non praticabile per la farraginosità della correzione (dunque non semplici comunicazioni ma pratiche presso Civis che i colleghi sicuramente non gradirebbero).
Spesso vengono lanciate forme di protesta da parte dei Colleghi, mi sento piuttosto di confermare, rispetto ad iniziative sporadiche e non coordinate, la validità della linea di correttezza e trasparenza che impone il nostro codice di autoregolamentazione per le astensioni, sottoscritto a suo tempo dalle associazioni di categoria e recepito dalla competente Autorità, e che ritengo essere l’unico strumento legale da usare se si vuole mantenere un livello di interlocuzione credibile nelle sedi istituzionali. Vorrei anche ricordare al collega e a tutti che il rispetto delle procedure sancite nel codice ci mette anche al riparo dalle sanzioni, non imputabili in caso di corretto esercizio di un diritto costituzionalmente garantito.
Da parte nostra, come rappresentanti di organismi della categoria dei Commercialisti, dobbiamo continuare a vigilare e a tenere alta l’attenzione, stigmatizzando ogni singolo tentativo di erosione della nostra professionalità, a tutela della nostra categoria e dei cittadini contribuenti, ma soprattutto denunciando ogni manovra di distorsione del sistema tributario con finalità totalmente estranee al reale beneficio ultimo del cittadino/contribuente e della semplificazione, spesso pubblicizzato attraverso slogan propagandistici.
Siamo pienamente consapevoli del fatto che la nostra figura professionale dia molto fastidio e non solo al fisco, ma proprio per questo dobbiamo, con ogni forma ed in ogni occasione, prendere posizione per la salvaguardia di un sistema equo, di un rapporto paritario in ambito fiscale, che dovrebbe essere alla base di uno Stato di diritto come il nostro, ed opporci al tentativo di mettere in pratica una commistione di ruoli da parte dell’Agenzia delle Entrate (controllore/consulente del controllato).
ANC lo ha sempre fatto in passato e continuerà a farlo in futuro.
Marco Cuchel
Presidente ANC