Nel contratto di mandato occorre specificare le prestazioni a forfait
Gentile Redazione,
scrivo in riferimento alla lettera intitolata “Invito il CNDCEC a suggerire i compensi per l’autodichiarazione aiuti di Stato”.
Il collega motiva la richiesta sulla base della esigenza di informare:
- il mondo imprenditoriale, “in quanto il lavoro va remunerato, anche quando viene svolto dai professionisti”;
- gli iscritti all’albo, “in quanto tale attività non può rientrare tra le prestazioni a forfait, posta la complessità della compilazione dell’Autodichiarazione”;
- le autorità governative, “poiché gli adempimenti richiesti ai contribuenti hanno un costo, che va ad abbattere l’aiuto ricevuto, e richiedere ai contribuenti dati già in possesso dell’Amministrazione finanziaria, oltre a essere illegittimo, causa costi inutili per la collettività”.
A mio avviso, lo scopo non può essere raggiunto da un formale suggerimento di compensi da parte del CNDCEC, per le considerazioni che seguono.
Che il lavoro vada pagato è un principio talmente noto, soprattutto al mondo imprenditoriale, che immaginare che proprio gli imprenditori non abbiano questo concetto sarebbe interpretato, giustamente, come un voler screditare, o perlomeno svilire, la loro figura.
Il punto della lettera che maggiormente fa riflettere è quello relativo alle prestazioni a forfait.
Una leggerezza purtroppo abbastanza frequente nella categoria consiste nel non fare assumere al contratto di mandato professionale la centralità che deve avere, principalmente a tutela del professionista, sia dal punto di vista economico sia, soprattutto, dal punto di vista della responsabilità contrattuale.
Dovrebbe essere banale ricordare che nel contratto di mandato, opportunamente preceduto da un preventivo scritto, formalmente accettato dal cliente, occorre definire analiticamente le prestazioni comprese nel forfait, e che in esso vada specificato e sottolineato che tutto quanto non compreso deve essere oggetto di specifica lettera di incarico.
Ancora una volta, è il singolo professionista che è artefice del proprio destino: in mancanza di un contratto ben scritto, si ha solo da perdere, e nulla da guadagnare, in ogni senso.
Infine, per quanto riguarda le considerazioni sulle autorità governative, sarebbe più efficace un messaggio diretto del Consiglio nazionale, piuttosto che il “suggerimento di compensi”, che non può che essere rivolto agli iscritti e non certo ad altri.
Danilo Sciuto
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Messina