La torta dei crediti fiscali da bonus edilizi finisce nel piatto dei soliti noti
Gentile Redazione,
avevamo il presentimento (si veda “I commercialisti potrebbero gestire il mercato parallelo dei crediti per il superbonus”) che la torta dei crediti fiscali derivanti dai bonus edilizi finisse nel piatto dei soliti noti: ora, dopo aver scorso la circolare n. 33/2022, ne abbiamo la certezza.
Apprendiamo infatti dalla voce rassicurante dell’Agenzia delle Entrate che solo le banche – e, con loro, le big four a cui appaltano serialmente i controlli – potranno apporre sui crediti fiscali il bollino di qualità, esonerando i loro fortunati clienti cessionari da qualsiasi contestazione.
Noi comuni mortali dottori commercialisti invece, che sartorialmente verifichiamo ogni singola pratica prima di apporre il visto di conformità sui modelli di opzione per lo sconto e la cessione, continueremo a veicolare crediti fiscali di serie B, che esporranno i coraggiosi acquirenti ai rischi di responsabilità solidale con i primi beneficiari/scontisti delle detrazioni.
Ovviamente la norma non dice nulla di simile, limitandosi – come ben sappiamo noi operatori (ma non la vulgata a cui vengono propinate le notizie) – a sancire la solidarietà dei cessionari solo nei casi di concorso in frodi con dolo e colpa grave (situazioni che, a valle di un serio controllo eseguito da un professionista, si possono tranquillamente escludere).
Il messaggio che passa è dunque chiaro: vengano aziende bisognose di crediti da compensare in F24, si rechino dalle loro banche di fiducia dove – e solo lì – troveranno una varietà di crediti fiscali comodi e sicuri (magari rivenduti all’85-90% del loro valore facciale, dopo esser stati rilevati al 75-80% dalle disperate aziende edilizie).
Un’altra pagina poco edificante per la nostra Categoria.
Mario Iadanza
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Treviso
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