Sul bonus 110% la buona fede del cittadino è stata mortificata
Gentile Direttore,
che il 110% sia stata una misura assurda e nociva siamo d’accordo tutti e noi tecnici lo sapevamo dall’inizio della sua introduzione.
La mancata contrapposizione tra domanda e offerta non lasciava dubbi circa il “mostro” che si sarebbe creato sul mercato.
Quello che ora fa piangere è che il Governo attuale cerchi di porre rimedio andando a penalizzare di fatto esclusivamente solo i condomìni che avevano diritto, anche per l’anno 2023, alla misura agevolativa del 110% e che per questa hanno già speso tempo e denaro e che si asserisca che in tale situazione se ne sarebbero avvantaggiati esclusivamente i cittadini con redditi maggiori.
Molto discutibile anche parlare di riapertura nei confronti delle famiglie per l’agevolazione concessa alle villette con limiti di reddito di 15.000 euro.
La verità è che ancora una volta la buona fede del cittadino è mortificata e di fronte a tali comportamenti siamo ancora una volta impietriti.
Altre sono le cose di cui abbiamo bisogno per correggere l’agevolazione (virtuosa in pectore) e risparmiare costi allo Stato:
1) inserimento a regime dell’agevolazione della disposizione assolutamente “virtuosa” (sistemazione patrimonio edilizio, risparmio energetico, aumento gettito IVA, stabilizzazione investimenti e aumento occupazione dell’intero comparto edile), che permetta a tutti una tranquillità operativa;
2) aliquota differenziata per investimenti condominiali ed interventi autonomi su villette prima casa e seconde case, ad esempio: 90% per condominiali; 75% per villette/prima casa; 60% per seconde case;
3) semplificazione del meccanismo di cessione con la modifica dello sconto in fattura parificato alla cessione del credito senza residui spendibili, con risultato di maggior chiarezza per l’operazione finanziaria (il committente capisce immediatamente cosa resta a carico come spesa);
4) modifica della possibilità di detrazione diretta in capo ai beneficiari, con possibilità di optare per detrazione in 5 (renderla unica opzione cedibile) e 10/15 anni fin dall’inizio; questo per consentire a chiunque o quasi di beneficiare direttamente dell’agevolazione in assenza di possibilità di accedere a sconto/cessione del credito e garantire un grande risparmio alle casse dello Stato.
Giorgio Manfioletti
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Trento e Rovereto