I Ragionieri puntano sull’unità della Categoria o sulla divisione dei Dottori?
Caro Direttore,
abbiamo seguito con molta attenzione l’ampia relazione del Presidente Raffaele Marcello svolta al recente Convegno Nazionale UNAGRACO di Fiuggi, peraltro preceduto dalla riunione dei quadri dirigenti dei ragionieri commercialisti (si veda “Elezioni, UNAGRACO lancia il coordinamento nazionale dei Ragionieri” del 29 settembre 2011).
Seppur interessante, ricca di stimoli e sicuramente appassionata, la stessa contiene, a nostro avviso, una pericolosissima ed evidente contraddizione rispetto al suo scopo dichiarato.
I ragionieri commercialisti si sono battuti per anni per l’unificazione degli Albi professionali in modo da far prevalere il principio del fare e delle competenze su quello della formazione sottostante, ottenendo un Albo unico nel quale le due componenti hanno pari dignità.
Un percorso lungo e complesso, che avrebbe dovuto condurre (usiamo il condizionale dopo aver ascoltato la relazione di Fiuggi) a un amalgama tra le due anime di categoria all’interno dello stesso Albo e di fronte al mercato, anche in nome di un’azione comune al nostro reale nemico, ovvero le associazioni non ordinistiche con la pressione imperante per il loro riconoscimento.
Assistiamo oggi, invece, a una chiamata a raccolta della componente ragionieri del nostro Albo, finalizzata a puri scopi di elezione interna e che ha come unico effetto quello di ravvivare la polemica sull’unificazione stessa.
Il tentativo di riunire elettoralmente la “componente ragionieri”, al fine di offrirsi in dote a un apparentamento “il più utile possibile”, radicalizza infatti ancor di più la competizione stessa.
Esso si fonda sullo scientifico obiettivo, o presupposto, della divisione nella “componente dottori”.
Cosa dovrebbero fare, infatti, i dottori commercialisti?
Dividersi (o, peggio, non volersi unire) con il rischio di far vincere coloro che accontenteranno di più la “componente ragionieri”, anche se in minoranza?
Lanciare il “salvate la Patria”, al grido “tutti uniti contri gli altri”?
Sulla componente dottori, in effetti, l’abile partita prefigurata da UNAGRACO potrebbe spingere taluni a sacrificare interessi collettivi per interessi personali. E non è un risultato auspicabile. Per nessuno.
Inoltre, che senso ha chiedere, pubblicamente e programmaticamente, un intervento sul DLgs. 139/2005 e sul prossimo Consiglio nazionale per risolvere il “problema delle Casse” (richiesta peraltro illegittima)?
Serve a coalizzare, radicalizzandola, la componente dottori sfidandola per verificarne la compattezza politica?
O a rendere “finale” la partita?
Come si può notare, fin qui, nessun valore aggiunto, anzi.
Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione, perché AIDC nasce e opera con la piena coscienza del fatto che i problemi della categoria non sono quelli di ottenere il massimo vantaggio possibile da una pessima regola elettorale prevista nella nostra Legge di riordino, dove anche un’idea di unità parziale può paradossalmente tramutarsi in disunità totale.
Confrontiamoci invece sui programmi, sulle idee di futuro della categoria unica e unita e della società e, se serve, anche sulle persone.
Discutiamo sulla linea e sul profilo della nostra categoria per verificare se, all’interno del dibattito attuale, non sia possibile intravedere un modello idoneo che accolga tutte le legittime aspettative e i vari “punti di vista”.
A noi non serve un teatrino della politica in edizione minore, serve la difesa degli interessi dei nostri colleghi dai continui attacchi e delegittimazioni che arrivano dall’esterno, serve la capacità di trasmettere al Paese il ruolo che la nostra categoria svolge al suo servizio.
Servono idee, proposte, lavoro, con colleghe e colleghi disponibili a farsene carico. Energie che non possono essere disperse in giochi elettorali degni della peggiore politica.
Confidiamo, quindi, nella capacità di UNAGRACO per un ragionamento finalizzato al mero servizio della categoria tutta.
Su questo avrà sempre la nostra convinta vicinanza.
Marco Rigamonti
Presidente AIDC
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41