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LETTERE

Come categoria, non possiamo perdere altri treni di fronte all’opinione pubblica

Venerdì, 21 ottobre 2011

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Caro Direttore,
l’altro ieri un medico che aveva appena visitato mio figlio mi ha rivolto questa domanda: “Scusi, ma Lei che lavoro fa?”. Per la prima volta, dopo 18 anni di professione, mi sono sentito in imbarazzo a rispondere “il dottore commercialista”.
È sicuramente un problema mio: forse il passare del tempo, l’avanzare dell’età. Sicuramente, però, l’entusiasmo che avevo agli inizi di questa professione è scemato, in me.

Troppo spesso, accanto a truffatori di varia specie e genere, o presunti tali, leggo i nomi di nostri colleghi. Basterebbe fare mente locale sulle ultime vicende di truffe, appalti truccati, mega-evasioni per trovare iscritti al nostro Ordine che sono stati indagati, rinviati a giudizio, arrestati, assieme a imprenditori, politici etc.

Certo, le mele marce ci sono dappertutto. E poi, “chi è senza peccato scagli la prima pietra”.
Penso però che come categoria abbiamo “perso un treno” e ora, in piena epoca di liberalizzazioni, quell’opinione pubblica secondo la quale “il commercialista è quello che ti fa risparmiare le tasse” (sic!) finirà per travolgerci.

La prego, mi convinca del contrario. Mi faccia capire che sto sbagliando. Almeno così la prossima volta non mi vergognerò più e risponderò, a voce alta, “il dottore commercialista”.


Andrea Bongi
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Pistoia

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