Caro Direttore,
dato che, come insegnavano i filosofi antichi (e non solo!), lo scambio di idee arricchisce tutti i partecipanti, ti sottopongo una nuova considerazione che susciterà certamente attenzione e proteste da parte della categoria dei commercialisti.

Il sito dell’Agenzia delle Entrate, tra le varie sezioni, ospita anche il quotidiano telematico Fisco Oggi, che rappresenta un interessante osservatorio dell’opinione della controparte nel mondo della fiscalità.
Infatti, è la voce (non ufficiale) dell’Agenzia stessa e tra le varie pagine a volte racchiude segnalazioni interessanti o preoccupanti.

L’edizione del 31 ottobre scorso, nelle notizie dal Mondo, descrive a firma di Stefano Latini un fenomeno USA di assistenza fiscale gratuita per la compilazione della dichiarazione annuale, riferendo che, nell’anno in corso, 88mila volontari hanno compilato circa 3 milioni di dichiarazioni “senza percepire guadagni lucrosi”: peraltro, hanno compilato circa trenta dichiarazioni a testa.

L’articolo prosegue valutando che la platea potenziale degli assistiti da questi volontari del Fisco potrebbe essere di circa 50 milioni di cittadini e conclude: “Uno Stato grande come l’Italia servito da quasi 100mila volontari impiegati nell’assistenza fiscale gratuita. Commercialisti avvisati”.

Quanto riportato penso possa far dimenticare tutti i propositi di richiedere e pretendere dall’Amministrazione finanziaria il riconoscimento di meriti collaborativi o il rimborso di oneri professionali per l’assistenza ai clienti: anzi, veniamo “avvisati” che la funzione di consulente delle dichiarazioni può essere svolta da volontari che non percepiscono nulla e che ricevono un’istruzione sommaria di alcune ore.

Ribadito, quindi, che il pagamento dell’imposta e il sostentamento dello Stato sono un dovere civico e un obbligo richiamato dalla Costituzione, dobbiamo ribadire con forza che il ruolo di un buon dottore commercialista è di assistenza del contribuente contro l’Agenzia, cercando di far risparmiare il cliente nella favorevole applicazione della norma, e avvisando l’Agenzia che il tempo della piaggeria è finito.

Tanto, se la concorrenza è rappresentata dai volontari “americani”, nonostante l’avviso credo non vi sia soverchio timore.

Alberto Arrigoni
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano

***

Caro Collega,
ti ringrazio per la “gustosa” segnalazione.
Al netto dei tuoi ragionamenti sull’effettiva volontà della testata in questione di lanciare messaggi non proprio amichevoli nei confronti dei commercialisti italiani, sui quali non voglio nemmeno entrare, credo che l’autore dell’articolo abbia clamorosamente sbagliato indirizzo.
Se proprio voleva “avvisare” qualcuno, quel qualcuno sono i CAF e i vari patronati sindacali che lucrano in modo significativo, quanto disdicevole, sull’assistenza fiscale presentata in relazione a dichiarazioni dei redditi, quali i 730, che, in un Paese civile, dovrebbero essere sufficientemente semplici da non richiedere assistenza alcuna.

L’attività dei commercialisti si concentra sui modelli dichiarativi delle imprese, del popolo delle partite IVA e di tutti coloro che in un determinato anno di imposta si trovano a svolgere operazioni da cui conseguono redditi per la cui determinazione e dichiarazione al Fisco si rivela utile l’intervento di uno specialista.

Se Fisco Oggi vuole lanciare una coraggiosa campagna contro le regalie di denaro pubblico di cui da quasi vent’anni beneficiano i CAF, per prestare assistenza su dichiarazioni che non dovrebbero necessitare di assistenza alcuna, se soltanto fossimo capaci di non complicare anche le cose semplici, troverà senz’altro Eutekne.Info al suo fianco.
E vi troverà pure gli oltre 110mila commercialisti italiani che, privati ormai anche del simbolico obolo di 1,03 euro per dichiarazione spedita telematicamente, rappresentano già oggi il più ampio bacino di volontari fiscali del nostro Paese.
Senza nemmeno la soddisfazione di un grazie, of course.

Enrico Zanetti
Direttore Eutekne.Info