L’Agenzia delle uscite riporterebbe l’equilibrio sociale
Caro Direttore,
la tua provocazione sull’Agenzia delle uscite dà ai Professori del Governo un assist formidabile per rappacificare gli animi.
I recenti fatti accaduti (Firenze, Roma) hanno dimostrato come il clima sociale sia molto teso; il timore è che siamo in una pentola a pressione con la valvola di sicurezza rotta.
Purtroppo, il sistema pubblico è diventato arrogante nel difendere le proprie posizioni e i propri privilegi, a partire dalla politica e scendendo giù per tutte le istituzioni, fino alla base.
Chi lavora invece nel privato (dipendente o autonomo, imprenditore, artigiano, commerciante, professionista) oggi vive con la paura addosso, con la paura di svegliarsi un mattino e non trovare più l’azienda, i clienti, di ricevere una lettera verde o un ufficiale giudiziario o qualche altro soggetto che ti bussa alla porta e in un attimo ti porta via il futuro, la serenità, le certezze. E mentre tutto questo accade, si sente parlare degli stipendi, delle pensioni, dei vitalizi e dei privilegi di certi personaggi.
L’Agenzia delle uscite riporterebbe l’equilibrio sociale, la par condicio nel trattamento.
Sì, perché il cittadino merita il rispetto delle istituzioni e forse l’unica istituzione italiana che ha rispetto per il cittadino è il Presidente della Repubblica. Tutte le altre istituzioni, politiche (Parlamento, Governo, Regioni, Province ed enti vari) e non (Tribunali, Agenzia delle Entrate ed Equitalia), non conoscono il rispetto per il cittadino, che è lasciato al buon senso dei propri dipendenti (e tanti dipendenti sanno cosa sia il rispetto).
In queste situazioni, nelle favole nascono i Robin Hood, nella vita reale emerge la violenza.
Cari Professori, quando scrivete le norme non badate solo ai numeri: badate anche ai messaggi che state mandando.
Nicola Gaiero
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Cuneo
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