Le indagini finanziarie superficiali possono portare a effetti devastanti
Caro Direttore,
a proposito dell’articolo “Continua la linea «dura» della Cassazione sulle indagini finanziarie”, pubblicato su Eutekne.info del 19 settembre, vorrei raccontare la brutta tegola che mi è caduta in testa.
Seguo un’azienda che ha subito una pesantissima verifica con conseguente accertamento su più anni (a ritroso fino al 2004).
A distanza di un anno, un’amica dell’amministratore, piccolissima professionista che nulla c’entra con l’azienda, ha subito a sua volta una verifica; con la scusa di tale verifica, sono state avviate le indagini finanziarie nei confronti sia della prima, sia, soprattutto, dell’amministratore della società “verificata” lo scorso anno.
In pratica, la Guardia di Finanza, previa autorizzazione del Comando regionale, ha inviato a tutti i soggetti finanziari (assicurazioni comprese) la richiesta di estratti conto e di quant’altro.
L’amministratore ha ricevuto dagli intermediari notizia che la GdF, ai sensi degli artt. 32, primo comma, n. 7 del DPR 600 e 51, secondo comma, n. 7 del DPR 633 “ha richiesto notizie e documenti relativi ai rapporti dall’amministratore intrattenuti e/o delle operazioni effettuate con la banca, per il periodo 01/01/2010 – 23/04/2013” e che quanto richiesto è stato inviato.
E, proprio ieri (due giorni fa, ndr), ho scoperto che la cosa devastante è che tali banche non hanno inviato solo i rapporti intrattenuti e/o le operazioni effettuate dall’amministratore, ma anche i conti correnti della società che ha già subito la verifica, nonché di altre società di cui è amministratore; la cosa peggiore è che la banca, con estrema superficialità (o la GdF di sua iniziativa?), ha inviato anche il mio estratto conto, in quanto il mio unico conto corrente, sul quale faccio tutte le mie operazioni quali addebito finanziamenti acquisto casa, RID e quant’altro, è presso una banca che lavora anche con queste società.
Con il PVC, la GdF, in maniera assolutamente superficiale e, ripeto, devastante per l’amministratore, che – ci tengo a precisare – non è un delinquente, ha chiesto a quest’ultimo di dimostrare le entrate e uscite di circa 30, 40, 50 pagine di movimenti; la cosa assurda è che l’amministratore deve anche giustificare le mie rate di mutuo, le mie rate per acquisto autovettura, le uscite per mie carte di credito, ecc.
L’unico collegamento del mio conto con quelli delle società gestite dall’amministratore riguarda i bonifici che ricevo regolarmente su regolari fatture da me emesse per prestazioni professionali... l’unica persona che ha la delega ad operare sul mio conto è mia moglie.
Siamo in uno Stato di polizia e, cosa peggiore, Stato di polizia nell’era del “Grande fratello”; cosa può fare l’amministratore per difendersi e, ancor più, cosa posso fare io per venirne fuori? Posso sporre denuncia alla mia banca o alla GdF per violazione della privacy, per la superficialità con cui danno e utilizzano i dati?
Chiedo scusa per la foga, ma la cosa è molto seria, e non solo per me. Ci attendono tempi bui e tutte le sentenze della Cassazione che state commentando con grande chiarezza ormai quotidianamente sul nostro giornale non fanno che confermare tutto ciò.
Quale futuro per i miei figli??
Lettera firmata
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In genere, pubblichiamo solo lettere con nome e cognome del mittente.
In questo caso, data la delicatezza della questione, abbiamo deciso di dare seguito alla richiesta del dottore commercialista che ci ha scritto di non comparire.
Nel merito, la vicenda descritta lascia senza parole.
Michela Damasco
Direttore Eutekne.info
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