Pericoloso togliere le soglie di punibilità per le false comunicazioni sociali
Caro Direttore,
mi riferisco al progetto di modifica delle norme penali, contenute nel codice civile, che attualmente dispongono in tema di false comunicazioni sociali. Si dice che il progetto non prevederebbe soglie di punibilità.
È ben vero che, allorché furono introdotte le norme attualmente vigenti con le ben note soglie di punibilità e la querela, eccetto che per le quotate, si finì per favorire qualche potente, ma non bisogna dimenticare che la norma precedentemente vigente (priva di ogni soglia di punibilità e quindi conforme alla norma che si vuole reintrodurre) dava ai magistrati inquirenti poteri di cui si fece un uso disinvolto, certamente non tollerabile; nonostante le critiche di molti parlamentari.
Per tutti rammento il famoso processo a carico di un famoso docente universitario ed altri 19 top manager ed amministratori, di cui uno suicida, di una famosa Banca Popolare che si risolse, dopo dieci anni di tormenti e costi colossali, pagati tutti dal contribuente, con un’assoluzione con formula piena per l’insussistenza del fatto e non di certo per effetto della novella nel frattempo introdotta.
Noi che siamo tecnici del bilancio sappiamo che la quasi totalità delle poste del bilancio sono frutto di valutazione e tutti, anche quelli che tecnici non sono, sanno che quando si effettuano valutazioni i valori che si determinano non sono oggettivi, potendo differire per effetto dei criteri di valutazione che non sono univoci e per effetto degli errori di misurazione che sono sia soggettivi, sia oggettivi e sono inevitabili in quanto insiti nella stessa operazione di determinazione della misura (che, per l’appunto, è una valutazione).
Se si dovesse tornare al passato, chiunque sarebbe indagabile ed intercettabile. Basterebbe, infatti, che un magistrato qualsiasi ipotizzi la divulgazione di false comunicazioni sociali anche per un importo irrisorio. A che servirebbe un’assoluzione dopo dieci anni di indagini ultra-invasive e di un processo penale?
Ma quale investitore straniero potrebbe tollerare un simile pericolo di ingerenza della magistratura nella propria impresa?
Salvatore D’Amora
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano
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