Unificazione delle Casse senza rischi
Gentile Direttore,
chiedo ospitalità per un breve intervento.
Ho letto la lettera del dottor Lino De Vecchi, iscritto all’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano, e quella del dottor Andrea Liparata, delegato alla Cassa di previdenza dei dottori commercialisti, riportate nel suo giornale rispettivamente il 6 e il 3 dicembre (si vedano “Vi spiego perché mi sono opposto al contributo di solidarietà” e “Il contributo integrativo deve sostenere le pensioni dei più giovani”).
Intervengo con un po’ di imbarazzo in una polemica tutta interna alla Cassa dei dottori commercialisti solo per ribattere alle affermazioni sulla Cassa ragionieri.
Il dottor Liparata si chiede “cosa succederebbe in un’ipotesi di fusione imposta, magari per legge, con i ragionieri?”, paragonando l’evento a “un forte crollo del mercato mobiliare” e dimostrando così che la campagna di denigrazione perseguita in questi anni dalla Cassa dei dottori commercialisti ai danni della Cassa ragionieri ha ottenuto il suo effetto.
Stia tranquillo il dottor Liparata: un’eventuale unificazione delle due Casse non comporterebbe alcun rischio per la sua Cassa. I rischi per la stabilità della sua Cassa vengono da ben altre direzioni.
Ancor più curiosa è la proposta del dottor De Vecchi, che la Cassa dottori commercialisti estenda il contributo di solidarietà, “magari obbligatoriamente, agli iscritti alla Cassa Ragionieri”. Calma, dottor De Vecchi, siamo ancora una Cassa che gestisce da sola il suo patrimonio, anche se comprendiamo che possa far gola a qualche altra Cassa. Non mi pronuncio sulla sua confusione fra contributo integrativo e contributo soggettivo e sulle sue argomentazioni, davvero curiose, sulla legittimità del contributo di solidarietà; lascio l’incarico al Presidente della sua Cassa.
Paolo Saltarelli
Presidente Cassa Nazionale di Previdenza a favore dei Ragionieri
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41