È in atto una controriforma, e i cittadini saranno sempre più «sudditi»
Spettabile Redazione,
esercito la professione come Ragioniere Commercialista Collegiato dal 1978.
Come un cane dal naso fino, anche se un po’ vecchiotto, riesco a cogliere nell’aria gli odori nuovi.
In questo momento sono in costante agitazione per i tanti segnali che il mio cervello sta elaborando.
Man mano che si inseriscono le tessere nel posto giusto, come in un puzzle, la rappresentazione finale prende sostanza.
Parliamo di:
- nascita di Equitalia S.p.A. con soci l’Agenzia delle Entrate e l’INPS;
- la mini-riforma del processo tributario, con gli avvisi di accertamento che diventano strumenti di riscossione di maggiori imposte, sanzioni, soprattasse e interessi, oltre eventualmente agli oneri di Equitalia S.p.A.;
- le modifiche che si vogliono apportare all’organo giudicante delle Commissioni Tributarie, con l’esclusione di alcune categorie di liberi professionisti;
- il nuovo processo di “liberalizzazione” delle professioni, di cui si sta occupando il vostro quotidiano;
- il fatto che in materia tributaria chi fissa le regole (l’Agenzia delle Entrate) diventi controparte di un “processo infinito” quale è quello tra cittadini contribuenti e Amministrazione finanziaria, senza che si provveda a istituire un organo terzo;
- il ritardo cronico con cui vengono pubblicati gli studi di settore;
- la mancanza assoluta di rispetto delle norme contenute nello Statuto del Contribuente da parte dell’Amministrazione finanziaria.
L’elenco potrebbe proseguire, con una serie di ulteriori angherie, che mi fa capire una cosa: nel nostro Paese è in corso una contro-riforma che porterà il cittadino a essere più suddito di quando già lo era, vigenti monarchie e signorie.
Un Paese che va verso le barbarie, anche con l’aiuto dei media ormai in mano ai diversi potentati economici e/o patronati politici.
Un Paese dove la pressione fiscale è già ai limiti e nel quale non si dà conto che il fatto di riscuotere le imposte sulla base degli avvisi di accertamento, ancor prima di un democratico dibattimento, di per sé è un aumento della pressione fiscale.
Un Paese in cui certe “contro-riforme” vengono fatte dalla parte politica che in campagna elettorale parlava di “liberazione fiscale” e dove il Ministro dell’Economia fautore della “contro-riforma” è un ex-commercialista, amplifica in me il sentimento di impotenza con rispetto alla situazione che si va via via determinando.
Un Paese nel quale non si può pensare di liberalizzare l’attività di autotrasportatore, mentre quella del medico sì. Dove, in tema di liberalizzazioni, non si parla di banche e assicurazioni.
Ma il massimo dello sconforto lo raggiungo leggendo le lettere inviate al vostro quotidiano da alcuni colleghi, e mi riferisco in particolare a Giampiero Guarniero (si veda “Anacronistico non è avere due Casse, ma una Cassa legata alla professione” dello scorso 29 giugno), per il quale è importante il fatto che “loro Dottori” abbiano fatto l’esame di Stato mentre i Ragionieri secondo lui no e si dimentica che i Ragionieri, ancor prima dei Dottori, avevano l’obbligo oltre che dell’esame di Stato anche di un periodo di praticantato.
Se queste sono le cose per cui ogni giorno dobbiamo lottare, allora tutto il resto ci sta solo bene.
Roberto Perito
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bologna
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