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Domenica, 22 giugno 2025

LETTERE

Caro Boeri, nel parlare di professioni ci vuole meno superficialità

Martedì, 12 luglio 2011

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Caro Direttore,
l’esimio professor Tito Boeri, docente di Economia all’Università Bocconi di Milano, si è reso promotore di una ricerca intitolata “Dinastie professionali” (si veda “Più stretti i legami familiari tra commercialisti, più alta l’evasione” dello scorso 5 luglio).
Nel titolo sono già contenute le conclusioni alle quali giunge lo studioso, che non volendo farsi mancare nulla arriva persino a insinuare che discendere da un genitore professionista renda meno competente, obiettivo e onesto il figlio che ne segue le orme.

Non è la prima volta che cotanto studioso assurge alla gloria della cronaca per aver fornito dati controversi. Un esempio per tutti, i dati errati circa l’aggravio di spesa della mancata unificazione della tornata elettorale delle elezioni europee.
Probabilmente, occorrerebbe suggerire al professor Boeri maggiore prudenza e minore superficialità.

A voler pensar male, si potrebbe ipotizzare che tale ricerca sia stata indotta dalla situazione vissuta tra le mura dell’ambito familiare del professor Boeri: la madre è l’Arch. Cini Boeri e il fratello Stefano Boeri, indovinate di cosa si occupa? Avete indovinato, è architetto. Sorge il dubbio che le conclusioni alle quali giunge lo studio possano essere state influenzate da considerazioni strettamente personali e non oggettive.

Vorremmo consigliare al professor Boeri di affrontare un argomento serio, come il futuro delle professioni, in modo più attento e organico, magari confrontandosi con chi, al di là del cognome, ha dovuto duramente impegnarsi per conquistare la possibilità di svolgere liberamente la propria professione.


Angelo Di Leva
Segretario generale ARCOL Lombardia, Associazione dei Ragionieri Commercialisti

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