Commercialisti sempre border-line, come tutte le categorie a contatto col denaro
Caro Direttore,
mi allaccio alla lettera del collega Franceschini pubblicata lo scorso 16 luglio (“Commercialisti: medici delle imprese, non sensali degli affari sporchi”) per dire che concordo con la posizione del pm, e cioè che i commercialisti sono sempre “border-line”. O, probabilmente, almeno il 99% dei commercialisti lo è.
Ovviamente, senza voler offendere l’intelligenza, anche minima, di ciascuno di noi, come quotidianamente viene fatto da una classe politica che non voglio definire, per non sconfinare nel penale.
Questo vale per gli avvocati, per i notai e così via, ossia per tutti quegli esseri umani che, in concorrenza tra loro, maneggiano nella propria attività, anche indirettamente, denaro.
Abolirei i convegni in cui commercialisti, avvocati, notai, industriali (e via dicendo) parlano di etica e morale. O, quantomeno, abolirei quegli argomenti nei convegni.
C’è una grande distonia tra le parole alte usate e la bocca da cui escono. Sarebbe bello fare il medico delle imprese, ma c’è molto da fare e forse sarebbe un lavoro inutile, tra gli aspiranti medici.
Alessandro Melani
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Prato
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Caro Collega,
prendo la tua lettera per l’intelligente provocazione giocata sul paradosso che sicuramente vuole essere.
Tutti a questo mondo siamo border-line: dal libero professionista, all’industriale, passando per il magistrato e il dipendente pubblico.
Il vero e unico discrimine è rappresentato dalla scelta di superare o non superare la linea che separa la legalità dall’illegalità e quella ancor più sfuggente che separa l’agire etico dall’agire cinico.
Ed è un discrimine che, è appena il caso di sottolinearlo, riguarda gli individui, non le categorie.
Ciò premesso, qualsiasi affermazione volta a enfatizzare la natura border-line di una specifica categoria ha come unica chiave di lettura, alternativa a quella dell’inutilità patologica, quella della convinzione di essere di fronte a un insieme di individui che ha come elemento identificativo, unificante e caratterizzante, proprio la propensione al superamento delle linee.
Siamo tutti perfettamente consapevoli che c’è un numero di commercialisti, meno marginale di quanto vorremmo, che è seriamente convinto che il suo lavoro sia dare seguito a tutte le richieste del proprio cliente, ivi comprese quelle più nefande, quando non addirittura arrivare a suggerirgliele.
Nessun commercialista per bene potrà però mai accettare che qualcuno, ancorché in modo implicito, si permetta di definire la comunità cui appartiene come una comunità che ha queste caratteristiche come elemento distintivo.
Per il semplice fatto che, ove concordasse, dovrebbe come minimo uscirne all’istante, proprio in quanto persona per bene.
Invece, magari faticando e mettendoci il tempo che ci vorrà, saremo noi persone per bene a sbattere fuori chi non merita di appartenere a una comunità i cui valori distintivi di appartenenza sono e saranno sempre altri.
La vita è sempre una guerra di trincea: un anno per guadagnare dieci metri, mezza giornata per perderne mille.
Mai arrendersi, però.
Enrico Zanetti
Direttore Eutekne.Info
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