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LETTERE

La rabbia, ma soprattutto l’orgoglio di essere commercialista

Mercoledì, 26 ottobre 2011

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Caro Direttore,
spero che Oriana Fallaci mi perdoni l’uso, magari improprio, del suo ultimo titolo (La rabbia e l’orgoglio), ma la lettera del collega di Pistoia (si veda “Come categoria, non possiamo perdere altri treni di fronte all’opinione pubblica”) credo necessiti proprio di una replica di tal fatta.

La professione di dottore commercialista quale cultore tributario e di scienza delle finanze è una professione stimatissima e di alto contenuto civile e vi è un moto di rabbia nell’avvertire l’imbarazzo nel qualificarsi tale!

Vi possono essere soggetti (“le mele marce”) che inquinano taluni aspetti, vi sono spazi marginali che vengono occupati da aspiranti operatori minori (“i tributaristi”) in un settore non regolamentato, ma proprio il vento di liberalizzazione porta il convincimento di un successo professionale senza precedenti, merito anche di chi ha condotto battaglie ideologiche senza compromessi.

Infatti, che cosa hanno da temere dalle liberalizzazioni i dottori commercialisti, che, non avendo mai avuto esclusive di sorta, si sono egualmente affermati solo sulla base della loro professionalità, della loro preparazione e della capacità di rispondere ad una necessità di mercato?

Se e quando non dovesse esserci più un Albo, ci sarebbe sempre una categoria che eccelle nello svolgere quelle attività, che anche oggi vengono svolte meglio di altri, pur non essendo attività esclusive.

Nell’intendimento comune, il dottore commercialista è colui che aiuta a non pagare troppe tasse? Ma questo è orgoglio, perché la corretta applicazione delle norme tributarie, e quindi l’assistenza al contribuente, anche in sede contenziosa, affinché sia operato il conseguimento di quella che veniva un tempo vagheggiato come “giusto imponibile” è un servizio alla collettività, come la difesa svolta dagli avvocati opponendosi al Pubblici Ministeri o l’intermediazione dei notai verso il Registro delle imprese.

Pur avendo superato svariate decine di anni di professione, posso confermare che l’entusiasmo verso la professione va crescendo, e certamente non esiste alcuna vergogna di qualificazione, ma un grande orgoglio per quello che abbiamo fatto e quello che faremo.


Alberto Arrigoni
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano

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