Evitiamo le continue modifiche in ambito fiscale
Martedì, 14 giugno 2011
Gentile Redazione,
mi associo pienamente a quanto affermato dalla collega Zanettini di Parma (si veda “Prima della riforma pensiamo a far funzionare gli adempimenti”) circa l’introduzione di paventate riforme fiscali.
Ogniqualvolta i nostri “regnanti” parlano di riforme fiscali, e ormai ne ho sentiti di simili proclami in quasi trent’anni di carriera, mi vengono i brividi ed ho i sudori freddi.
Infatti, non abbiamo ancora digerito le modifiche, gli assestamenti, i chiarimenti e la giurisprudenza relativi alla riforma precedente, che subito noi, umili sudditi, siamo chiamati ad inventare. Sì, perchè proprio di esercizio inventivo si tratta, la filosofia e le linee strategiche e, quindi, la successiva pratica applicazione e le conseguenti mirabilanti spiegazioni fornite ai nostri clienti, circa gli “alti” sistemi e le “intelligenti” nuove strutture di tassazione di redditi o di patrimoni.
È veramente triste e nello stesso tempo allucinante, per un tecnico qual è generalmente un commercialista, il modo improprio ed i beceri modelli comunicativi usati dai “Signori della politica” per vendere quello che non è, e che loro stessi sanno bene che non sarà.
Ha ragione la collega quando parla di “riforma della dignità”: è di questo che il Paese ha prioritariamente bisogno, altro che di “grandi” piani ed “inderogabili” progetti, che non fanno altro che modificare lo status quo in modo tale da rendere non criticabile l’intervento adottato sia dall’oppositore politico, qualunque esso sia, che dal popolo, in quanto non si possono confrontare situazioni eterogenee.
Infine, credo poco nell’efficacia dell’opera svolta dai nostri rappresentanti, fintantoché non porteranno avanti anche una massa importante e compatta di voti politici e non solo le giuste ed equilibrate richieste di una categoria professionale, che dà voce “solo” alla più ampia categoria dei contribuenti.
Alessandro Marion
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Trieste
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