Sulle elezioni per il rinnovo dei vertici degli Ordini dei commercialisti aleggia, di nuovo, lo spettro del rinvio. Nei giorni scorsi, infatti, tre iscritti all’Ordine di Latina hanno notificato al CNDCEC e si apprestano a depositare al TAR del Lazio (l’avvocato Luca Scipione ha confermato a Eutekne.info che si procederà in tal senso tra oggi e domani) un ricorso per l’annullamento del regolamento elettorale pubblicato sul Bollettino Ufficiale del Ministero della Giustizia il 30 settembre. Alla base del ricorso la decisione di far svolgere le elezioni solo attraverso il voto da remoto, tramite una piattaforma informatica scelta dal Consiglio nazionale dopo aver indetto un bando. Secondo i ricorrenti tale decisione sarebbe illegittima, innanzitutto perché non in linea con la normativa di rango primario (il DLgs. 139/2005) che, spiegano, “prevede indiscutibilmente come modalità di voto quella del voto in presenza”. Peraltro, aggiungono, “avere previsto che la piattaforma informatica è selezionata dal Consiglio nazionale e l’intero procedimento elettorale è gestito completamente da questa piattaforma, ha svuotato completamente gli Ordini territoriali di tutte le attività di gestione e dei poteri autonomi e diretti attribuiti agli stessi dall’art. 21 del DLgs. 139/2005”. In più, si lamenta il venir meno del ruolo super partes del Consiglio nazionale che, da un lato, “individua il fornitore (della piattaforma, ndr), lo seleziona e lo paga, così da avere il controllo completo su tali operazioni”, dall’altro, è chiamato a decidere su eventuali ricorsi “avverso irregolarità del procedimento elettorale” che gestisce direttamente. Vi sarebbe, inoltre, un tema legato al mancato rispetto dei principi di personalità, segretezza e sicurezza del voto. Per i ricorrenti, il regolamento elettorale avrebbe dovuto “inderogabilmente prevedere” le “caratteristiche e gli standard di sicurezza della piattaforma”, “le modalità di trattamento dei dati” e “le modalità di conservazione in anonimato dei voti espressi”. Per tali motivi, si chiede l’annullamento del regolamento e, nelle more, anche la sospensione cautelare, in modo da evitare che le elezioni (in programma il 15 e 16 gennaio) possano svolgersi con un sistema elettorale telematico considerato “illegittimo”. Inutile dire che la notizia del ricorso, diffusa nella giornata di domenica, ha letteralmente infiammato i social network degli esponenti di categoria, unanimemente concordi nel condannare un ricorso che potrebbe rinviare a data da destinarsi le elezioni locali e, a scalare, anche quelle nazionali. Tanti, forse tutti, si sono chiesti se dietro questa iniziativa ci fosse un secondo fine, ovvero avvantaggiare uno dei due schieramenti in campo a livello nazionale o se magari si trattasse di una questione locale. Ma, a Eutekne.info, Aldo Palazzese, uno dei tre firmatari del ricorso, smentisce “categoricamente” qualsiasi ricostruzione dietrologica. I motivi del ricorso, dice, sono tutti da ricercarsi in un regolamento che “prevede solo il voto on line senza garanzie di sicurezza di alcun genere” e che “in tante parti è contra legem”. A prescindere dal merito, negli ultimi due giorni si sono susseguiti, sia via social che tramite comunicati stampa, tanti appelli al senso di responsabilità. “In un momento in cui – ha commentato il Presidente del CNDCEC, Elbano de Nuccio – la nostra categoria è chiamata a rafforzare la propria credibilità e coesione, assistiamo con rammarico a comportamenti che rischiano di minare la stabilità e l’immagine dell’intera professione. Pur riconoscendo a chiunque la piena legittimità di adire le vie previste dall’ordinamento, è doveroso censurare comportamenti che di fatto ostacolano la naturale evoluzione del confronto democratico e il regolare funzionamento delle istituzioni rappresentative. La responsabilità verso i colleghi impone di anteporre l’interesse generale a quello particolare”. Mario Civetta, candidato alla presidenza del Consiglio nazionale contro de Nuccio, ha chiesto esplicitamente di “fermarsi a riflettere e valutare insieme la possibilità di ritirare il ricorso”, nell’interesse dell’intera categoria. “Siamo alla vigilia – ha continuato – di una stagione cruciale. Il prossimo Consiglio nazionale dovrà modernizzare le regole della professione e ridisegnarne il ruolo in un contesto completamente mutato. Trascinare la categoria in un nuovo ciclo di ricorsi, rinvii e commissariamenti sarebbe un errore grave, e questa volta anche imperdonabile. Per una volta, mettiamo davvero l’interesse collettivo davanti a tutto. Impegniamoci insieme perché il ricorso venga ritirato e si possa votare regolarmente”. “Ferma contrarietà” verso ogni iniziativa che possa bloccare le elezioni anche da parte dell’ANC, che pure riconosce il “pieno diritto” di ognuno di rivolgersi alla giustizia amministrativa. “Ma quando un ricorso – scrive in una nota stampa l’associazione guidata da Marco Cuchel – ha come effetto diretto il blocco del voto, impedendo a un’intera categoria di esercitare la propria sovranità attraverso le urne, non siamo più solo davanti a una controversia regolamentare, ma a una sospensione della democrazia”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’Unione Giovani: “Ogni diritto è meritevole di tutela – spiega il Presidente Francesco Cataldi –. Allo stesso tempo, però, è fondamentale che il confronto non incida sulle scadenze elettorali. Lasciamo che siano i colleghi a scegliere liberamente. Le sfide che attendono la categoria sono molte e non possiamo permetterci stalli”. “La politica costruita su progetti, idee, visioni del futuro, coraggio e responsabilità – sottolinea invece l’AIDC – lascia troppo spesso il passo a misere tattiche di basso profilo, esercitate in modi anche scomposti e, talvolta, spregiudicati, che nulla hanno a che fare con l’interesse della Categoria”. Anche il sindacato presieduto da Edoardo Ginevra invita i ricorrenti a “soppesare i veri interessi in gioco, evitando di strumentalizzare procedure sulla pelle di tutti”. Appelli che, però, sembrerebbero destinati a cadere nel vuoto. La possibilità di ritirare il ricorso, infatti, per il momento non parrebbe essere contemplata: “Almeno per quanto mi riguarda, non esiste proprio”, conclude Palazzese e, se mai dovesse esserci un rinvio delle elezioni, “al massimo si tratterebbe di sei mesi”.
11 novembre 2025
/ Savino GALLO