Avvicendamento alla guida del CPO nazionale dei commercialisti
Revocata la carica di Presidente a De Tavonatti. Gli succede la Consigliera nazionale Rosa D’Angiolella. Nell’organo anche Liliana Smargiassi
Rosa D’Angiolella, Consigliera nazionale del CNDCEC delegata al contenzioso tributario, è la nuova Presidente del Comitato Pari Opportunità nazionale dei commercialisti e co-delegata alle Politiche giovani e di genere. Succede a Michele De Tavonatti, a cui sono stati revocati sia l’incarico che la delega nella seduta di Consiglio nazionale del 25 giugno scorso.
Il Comitato pari opportunità è formato da 22 componenti: 20 vengono eletti a livello territoriale in rappresentanza di altrettante Regioni, e due nominati dal Consiglio nazionale, di cui uno assume il ruolo di Presidente, l’altro partecipa alle riunioni del Comitato in qualità di delegato. Fino allo scorso 25 giugno, i due membri nominati dal CNDCEC erano De Tavonatti che, appunto, ricopriva il ruolo di Presidente, e David Moro. Quest’ultimo, la scorsa settimana, decideva di rimettere al Consiglio tale delega, che verrà poi affidata alla Consigliera Liliana Smargiassi; mentre per De Tavonatti si procedeva con la revoca della delega tramite votazione (la decisione è passata a maggioranza) e la riassegnazione di delega e incarico di Presidente del CPO a Rosa D’Angiolella.
La decisione sarebbe legata a una lettera che lo stesso De Tavonatti, in qualità di Presidente del CPO, ha inviato al Consiglio nazionale a seguito delle polemiche sulla mancata presenza di donne nel programma iniziale degli Stati Generali dello scorso 10 giugno. I toni e i contenuti della missiva, ritenuti pretestuosi e strumentali, non sarebbero stati condivisi da Moro che, appunto, rimetteva la propria delega, e avrebbero creato malumore all’interno del CNDCEC. Di qui, la decisione di ritirare delega e presidenza del CPO, e con l’occasione, di dare un “segnale fattivo” di attenzione verso la questione di genere, sostituendo De Tavonatti e Moro con due donne.
Non ci sarebbero, dunque, almeno questo è ciò che fanno sapere ufficiosamente da piazza Repubblica, collegamenti con la vicenda che appena 6 mesi fa portava alla revoca della carica di Vicepresidente del CNDCEC in capo allo stesso De Tavonatti, che ha avuto strascichi anche di carattere giudiziario (si veda “De Tavonatti porta il Presidente de Nuccio in tribunale” del 18 aprile 2025). A dimostrazione di ciò il fatto che il Presidente de Nuccio, citato in giudizio da De Tavonatti per risarcimento danni, questa volta si sarebbe astenuto dalla votazione. Di certo, però, i rapporti tesi tra i due e tra l’ex Vicepresidente e una parte del Consiglio nazionale non hanno facilitato una risoluzione “amichevole” della questione.
De Tavonatti, dal canto suo, fa sapere di considerare le due revoche (da delegato e da Presidente del CPO) “incomprensibili e illegittime. In questi tre anni – ha spiegato tramite una nota diffusa ieri – ho lavorato per il CPO al fine di dargli autonomia e affinché acquisisse uno status di organo, delineando una linea operativa che tenesse in debito conto di essere Comitato Pari opportunità e non solo parità di genere, puntando sulla cultura piuttosto che sulla rivendicazione e sulla mera vigilanza. Negli ultimi mesi ho operato anche per tenerlo fuori dalle dinamiche di parte pre-elettorali, tutto fatto per il Comitato nel suo insieme e mai in mio favore. La revoca mi conferma tutto ciò e, quindi, di aver ben operato”.
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