Con l’intelligenza artificiale, necessarie strategie efficaci per gli studi professionali
Risulta fondamentale introdurre specifici programmi di formazione e agire in conformità alla normativa sulla privacy e sulla protezione dei dati
In occasione del Festival del Lavoro 2024, in corso a Firenze fino a domani, 18 maggio, pubblichiamo l’intervento di Simone Cagliano, esperto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.
L’avanzata dell’intelligenza artificiale (c.d. AI) sta trasformando il panorama lavorativo a una velocità senza precedenti, incidendo profondamente su numerose professioni. In tale contesto, dunque, è cruciale che i professionisti riconoscano il modo in cui l’AI sta trasformando le loro metodologie di lavoro e individuino strategie efficaci per adattarsi e mantenere la competitività sul mercato.
L’implementazione dell’intelligenza artificiale nei processi aziendali presenta notevoli benefici. Generalmente, l’AI propizia lo sviluppo di nuove opportunità commerciali, indirizzando le aziende e i lavoratori verso mercati nascenti e innovazioni di prodotto. Questo potenziale di espansione economica costituisce un aspetto fondamentale che gli studi professionali dovrebbero considerare a beneficio dei propri clienti.
Approfondendo la gestione operativa all’interno degli studi, l’automazione di processi ripetitivi e l’efficiente gestione dei dati consentono ai professionisti di dedicarsi a compiti di natura più strategica, incrementando la produttività. Inoltre, l’AI facilita la previsione di esiti specifici, permette l’analisi rapida di vasti volumi di documentazione e migliora la personalizzazione dei servizi offerti ai clienti, con un livello di precisione e velocità precedentemente inimmaginabile.
Nonostante i numerosi vantaggi, l’adozione dell’AI presenta sfide significative. Il rischio di obsolescenza delle competenze professionali è tangibile: molte funzioni tradizionali sono a rischio automatizzazione. Questa transizione può generare incertezza e resistenza tra i professionisti e i loro collaboratori, preoccupati per la sicurezza del proprio lavoro.
In tale contesto, che sta cambiando il modo in cui lavoriamo, apprendiamo, gestiamo la nostra vita quotidiana, il reskilling e l’upskilling emergono come strategie essenziali. La formazione e il reskilling/upskilling hanno un ruolo centrale nella gestione del processo in atto, per supportare attivamente le trasformazioni organizzative previste con adeguate competenze professionali e con un sistema formativo in grado di sostenere l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale. Tramite interventi formativi prevalentemente di breve durata e dal contenuto professionalizzante, si deve cercare di colmare il gap tecnologico del personale, prevedendo corsi di formazione che non abbiano come oggetto la nuova tecnologia, ma che usino la tecnologia stessa per raggiungere il proprio obiettivo.
Inoltre, nella consapevolezza che upskilling significa sviluppare competenze nuove nell’ambito della propria professionalità, è necessario prevedere percorsi di digital reskilling finalizzati a prevedere l’apprendimento di skills completamente nuove e allargare le proprie competenze. All’interno degli studi professionali è quindi necessario promuovere una cultura dell’apprendimento continuo, preparando i collaboratori a utilizzare l’AI a vantaggio proprio e dei clienti. L’integrazione di competenze tecniche specifiche per l’AI, come la programmazione e l’analisi dei dati, assieme a competenze trasversali come il pensiero critico e l’etica, è fondamentale, pur salvaguardando e promuovendo l’importanza delle competenze umane irriproducibili dalla tecnologia.
Infine, è imprescindibile ricordare le implicazioni etiche e giuridiche associate alla tutela della privacy dei dati, alla responsabilità per malfunzionamenti dell’AI e alla trasparenza degli algoritmi.
Di conseguenza, i professionisti devono svolgere la propria attività in un contesto giuridico complesso, all’interno del quale è essenziale bilanciare l’adozione di innovazioni tecnologiche con l’osservanza delle normative vigenti e il mantenimento della fiducia da parte della clientela.
L’introduzione dell’AI negli studi professionali rappresenta non solo un’opportunità di crescita economica e innovazione, ma pone anche sfide significative e al tempo stesso complesse. In un mondo sempre più interconnesso e digitalizzato, è imprescindibile che i professionisti non solo accolgano il cambiamento, ma diventino attori proattivi nella gestione di questa transizione, adottando un approccio olistico che consideri, come anticipato, sia le opportunità offerte dall’AI, sia le sfide etiche e legali che ne derivano.
Gli studi professionali, attraverso investimenti mirati in tecnologia avanzata e programmi di formazione, e adottando una strategia proattiva, possono quindi sviluppare metodologie di lavoro resilienti capaci non solo di adattarsi, ma anche di trarre vantaggio da un ambiente lavorativo in continua evoluzione.
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