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LAVORO & PREVIDENZA

Boccia: «Per incentivare le aggregazioni serve la leva fiscale»

Durante il Forum In Previdenza, il Presidente della CDC chiede alla politica una tassazione più favorevole anche sugli investimenti delle Casse

/ Savino GALLO

Venerdì, 21 novembre 2025

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Riduzione della tassazione sugli investimenti finanziari e modifica delle norme che, dal punto di vista fiscale, bloccano lo sviluppo delle aggregazioni. Sono queste le due richieste che il Presidente della Cassa di previdenza dei dottori commercialisti, Ferdinando Boccia, rivolge alla politica nel corso della XV edizione del ForumIn Previdenza”, tenutasi ieri a Roma.

L’evento, intitolato “Dialoghi per guardare lontano”, era tutto incentrato sul futuro e sulla necessità di contrastare un fenomeno demografico che porterà la popolazione italiana (già oggi la più vecchia del mondo dopo il Giappone) a ridursi di 4 milioni nel giro di 25 anni. Un calo che, chiaramente, impatterà anche sulle professioni, che già adesso devono fare i conti con la perdita di appeal tra i più giovani, sempre più orientati a scegliere “il posto fisso” anziché intraprendere la via della professione.

Prova ne sia il “flusso anomalo” di cancellazioni che la stessa CDC ha registrato negli ultimi due anni, ovvero in concomitanza con l’ondata di assunzioni dovuta ai bandi PNRR. Nonostante ciò, i numeri della Cassa hanno tenuto. Lo scorso anno, ad esempio, il bilancio entrate/uscite è rimasto positivo (+ 300 unità), mentre per l’anno prossimo si prevedono 1.700 nuove entrate, in linea con i numeri degli anni precedenti.

L’ente ha anche messo a punto un modello matematico-statistico, presentato ieri, utile per l’analisi e la previsione dei futuri iscritti alle Casse di previdenza dei liberi professionisti. Secondo tale modello, nei prossimi 14 anni il flusso in ingresso dovrebbe stabilmente attestarsi intorno alle 1.500 unità e questo garantirà alla CDC di mantenere l’equilibrio di lungo periodo. Intorno al 2045, l’uscita dei baby boomer porterà a 1 il rapporto tra entrate e uscite, ma “i rendimenti finanziari e l’accumulo di questi anni – spiega Boccia – ci metteranno nelle condizioni di non subire alcuno scossone”. Successivamente, con l’uscita di tutte le pensioni retributive (l’ente ha calcolato che i retributivi puri recuperano in soli due anni e mezzo tutto ciò che hanno versato durante l’attività) e la permanenza dei soli contributivi il sistema sarà fisiologicamente sostenibile.

Certo, il fenomeno demografico andrà comunque governato e, in questo senso, la Cassa ha messo in campo una serie di iniziative di welfare strategico, non ultimo il bando per il tirocinio (finanziato con 5 milioni di euro), che consente ai dominus che attivano borse di studio da almeno mille euro di ricevere un contributo di 500 euro. “In più – aggiunge Boccia – ci sono i bandi per le aggregazioni, la conciliazione vita-lavoro, l’avvio dell’attività professionale e la formazione, oltre all’impegno per la diffusione della cultura previdenziale nelle scuole e nelle università. Ma ovviamente la Cassa non può fare tutto da sola, serve la sinergia con le istituzioni”.

Di qui, il necessario intervento della politica, a cui si chiede una mano dal punto di vista fiscale innanzitutto per incentivare le aggregazioni. “Oggi, le STP scontano una doppia contribuzione integrativa: la prima volta quando si fattura al cliente, la seconda quando il socio fattura alla STP per ricevere il suo giusto guadagno. Questa norma va modificata. In più, andrebbe consentito anche a chi svolge la propria attività in forma aggregata di poter usufruire della tassazione prevista per i forfetari. Questo darebbe un grande impulso alle aggregazioni che, stando ai nostri dati, producono redditi anche 3 o 4 volte superiori a chi svolge l’attività individualmente”.

Necessario, inoltre, l’allineamento della tassazione sui rendimenti finanziari degli enti, oggi al 26%, a quella applicata ai fondi pensione (20%). Un intervento previsto dalla legge delega per la riforma fiscale ma finora rimasto inattuato per mancanza di risorse. Nel suo video-messaggio di saluto, il Viceministro all’Economia Maurizio Leo ha ribadito il suo sostegno alla misura, auspicando che le risorse possano essere individuate al più presto.

Dalla Ministra del Lavoro, Marina Calderone, invece, arriva l’invito ad affrontare le prossime sfide senza “competizione negativa e concorrenza sleale”. I professionisti, ha sottolineato, “vinceranno la partita se sapranno giocarla insieme e se sapranno essere solidali tra loro, per costruire in ottica multidisciplinare il futuro delle categorie”.

Una partita che passa dal progetto di riforma per cui qualche mese sono state gettate le basi. “Avrei auspicato – ha continuato Calderone – che fosse un percorso unitario, con un unico disegno di legge all’interno del quale abbracciare le esigenze e rispettare le particolarità di ogni categoria. Attorno ai valori non ci si divide ma ci si unisce. Oggi abbiamo bisogno di una classe dirigente che sia all’altezza delle sfide, che sappia cogliere l’opportunità e anche la sollecitazione a guardare oltre, che non si faccia condizionare da logiche di cortile e che sappia guardare al bene dei suoi iscritti. Solo così le professioni continueranno a rappresentare quell’eccellenza che in altri Paesi ci invidiano”.

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