Bozze EFRAG sugli ESRS «semplificati» al vaglio della Commissione europea
Tanti interventi, dissensi e riserve da gestire. Disponibile anche l’ESRS Knowledge Hub
Tappa chiave verso ESRS “semplificati”: le loro bozze, frutto di un lavoro complesso e serrato svolto dall’EFRAG, sono state sottoposte mercoledì scorso alla Commissione europea; spetta infatti a quest’ultima revisionare, sulla base di quanto ricevuto, gli standard vigenti tramite atto delegato (cfr. news EFRAG 3 dicembre 2025).
Come stigmatizzato nel comunicato di cui sopra, si è cercato di diminuire gli oneri per le imprese, a vantaggio della competitività, semplificando il quadro regolamentare senza però compromettere il cammino dell’Unione europea verso la sostenibilità. Il “pacchetto” inviato alla Commissione europea, tramite la competente Commissaria Albuquerque, è accompagnato da una Cover letter a quest’ultima indirizzata, che sintetizza i principali interventi e dettaglia i dissensi e le riserve sorte in seno al Sustainability Reporting Board (SRB) e al Sustainability Reporting Technical Expert Group (SR TEG) dell’EFRAG, e che consta delle draft dei due principi trasversali (ESRS 1 e 2) e dei dieci tematici (gli ambientali, ESRS da E1 a E5; i sociali, ESRS da S1 a S4; quello di governance, l’ESRS G1) nonché di un documento sugli acronimi e sul glossario dei termini usati; il tutto è disponibile in lingua inglese, con l’aggiunta delle relative versioni markup (che evidenziano, in modo puntuale, le revisioni effettuate), sul sito dell’EFRAG. Invece sono ancora da sottoporre alla Commissione europea (la lettera precisa verrà fatta entro questo mese) le Basis for Conclusions, le Explanatory Note e la Cost benefit analysis of the amended ESRS.
Con riferimento agli interventi operati, ci limitiamo qui a sintetizzarne solo alcuni: la (valutazione della) doppia rilevanza, il “discusso” cuore degli ESRS, non viene abbandonata bensì “ristrutturata” cercando d’introdurre, come sostiene la Cover letter, un approccio più chiaro e proporzionato per meglio bilanciare le esigenze di semplificazione e robustezza; vi è poi una “draconiana” riduzione dei datapoint, quantificata dalla missiva nel 61% (sarebbe il 71% ove si includessero, nella comparazione, pure quelli attualmente volontari, peraltro totalmente cassati salvo tre divenuti obbligatori purché rilevanti); come sottolineato nella news già citata, un approccio principles-based per l’informativa discorsiva (in particolare per quella su politiche, azioni e obiettivi), flessibilità nella modalità di presentazione e una maggiore focalizzazione su come sono gestite le questioni di sostenibilità; da ultimi ma non meno importanti, si tratta in realtà delle prime semplificazioni chiave indicate nel comunicato, l’utilità delle informazioni quale filtro generale e l’enfasi sulla fair presentation, concetto ben noto nel financial accounting, in modo da ottenere una rendicontazione più pertinente e meno orientata alla mera compliance.
Vi sono stati diversi dissensi e numerose riserve, che sono stati menzionati nella Cover letter (dettagliati nelle sue tre appendici, che occupano ben otto pagine scritte con carattere minuto), probabilmente anche conseguenza della corsa contro il tempo che ha dovuto svolgere l’EFRAG e che mal si adatta, nonostante tutti gli sforzi fatti, a un obiettivo così complesso. Limitandoci qui ai principi trasversali e ai dissenting vote, si segnalano quelli di vari componenti degli EFRAG SRB e SR TEG legati ad esempio, per l’ESRS 1, ai temi della rilevanza e della fair presentation e, per l’ESRS 2, a quello degli effetti finanziari attesi. Un ulteriore profilo da considerare è, a nostro avviso, il necessario coordinamento fra la semplificazione degli ESRS e l’evoluzione della normativa unionale in tema di sustainability reporting: si pensi alle sorti della proposta di direttiva COM(2025) 81 final (oggetto, recentemente, di emendamenti significativi del Parlamento europeo). Toccherà ora alla Commissione europea trovare la “quadra” per arrivare alla nuova versione degli ESRS.
Proprio ieri, infine, l’EFRAG ha lanciato l’ESRS Knowledge Hub ossia una piattaforma web per “padroneggiare” la rendicontazione di sostenibilità, concentrata essenzialmente sulle regole unionali, che offre non solo i vari standard (i vigenti ESRS, le bozze di quelli semplificati sottomessi alla Commissione europea e il VSME) bensì molto altro materiale (come, limitandoci qui ad alcuni esempi, il VSME Ecosystem, l’accesso alla documentazione dei meeting degli EFRAG SRB e SR TEG, i link utili e un glossario) e pure un repository dedicato alle relazioni di sostenibilità pubblicate (con tanto di analisi generale, dati statistici e un database che consente di accedere a report reali): un bel supporto per chi s’interessa di sustainability reporting secondo gli standard unionali.
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