Il tema della previdenza merita un dibattito realmente costruttivo
Caro Direttore,
ti scrivo all’indomani dell’importante iniziativa che ha visto impegnati i sindacati in un’azione concreta e incisiva a difesa della categoria. Ciò però non è bastato a liberarmi della profonda amarezza che hanno suscitato in me, come in molti altri, i recenti scambi “epistolari” tra colleghi, pubblicati sul tuo giornale sulla questione “Casse di Previdenza”.
Al contrario di chi ha invocato misteriose e inquietanti censure, ritengo giusta la pubblicazione di ogni contributo al dibattito che si è sollevato. Ma è triste constatare come il franco scambio di opinioni sia stato repentinamente sostituito da un’atmosfera da ring che non giova alla già complicata serenità della categoria.
In questi giorni ho letto accuse false e tendenziose, insulti, allusioni e insinuazioni, il tutto condito da retorici, quanto inopportuni, richiami ad un modo di agire “da commercialista” (!).
Probabilmente la forte tensione presente nel mondo della politica ha contagiato anche la nostra categoria, poiché il tono di certe affermazioni sembrava più consono a un’infuocata seduta parlamentare animata da ideologie profondamente contrapposte che ad un dibattito tra professionisti finalizzato, almeno sulla carta, al miglioramento dello stato di salute del comparto.
Trovo quantomeno assurdo, poi, che si accusi di scarsa trasparenza chi, al contrario, non ha mai nascosto i propri numeri ma ha, anzi, sempre messo a disposizione i bilanci del proprio Ente. Forse sarebbe il caso, prima di muovere critiche – quelle sì – per nulla suffragate da dati oggettivi, esaminare in primis i bilanci tecnici e i dati illustrati dalla Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri in occasione degli incontri che si sono tenuti presso il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili. Si scoprirà che il fondo della CNPR gode di una sostenibilità di lungo periodo. Le cifre, è bene ribadirlo, sono certificate dai Ministeri vigilanti e dalla Corte dei Conti, e non da enunciazioni di principio.
Sono invece da condividere e da perorare gli appelli provenienti da colleghi e lettori affinché la categoria porti avanti idee innovative nell’ambito della previdenza, per riequilibrare le sperequazioni del sistema. A tale proposito, mi preme ricordare che proprio la Cassa Ragionieri si è dimostrata all’avanguardia, essendo il primo Istituto in Italia a sviluppare una riforma previdenziale che prevedesse il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, accrescendo in questo modo la sostenibilità finanziaria dell’Ente. Una riforma che ha fatto scuola tanto da essere, negli anni a seguire, presa a modello da numerosi Istituti di previdenza. La stessa CNPR, come ricordato anche da alcuni professionisti dalle pagine della tua testata, ha da anni definito il contributo integrativo al 4%, evidenziando ancora una volta una visione di lungo periodo.
La nostra categoria ha dimostrato in questi anni di poter fronteggiare con grandi capacità le sfide del futuro. Il Consiglio nazionale sta portando avanti un’importante campagna che evidenzia il contributo concreto che i commercialisti italiani possono dare al Paese. Risolviamo i problemi all’interno della professione, con un dibattito costruttivo, attivando le giuste sinergie e oltrepassando ostacoli che sono più superabili di quanto si creda. Perché ciò sia possibile, però, è opportuno evitare sterili arroccamenti ideologici e tenere conto della voce di chi è iscritto alla Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri, che rappresenta una parte considerevole della categoria e va dunque rispettata.
Sarei tentato di anteporre alla mia firma Rag., in modo da evitare che poi in qualche replica qualcuno me lo attribuisca in senso riduttivo, ma sono anche Dott., e quindi, per par condicio, rinuncio.
Grazie per quanto fai.
Raffaele Marcello
Presidente Unagraco
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41