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LETTERE

Tutti gli invii telematici devono essere pagati come il 730

Martedì, 18 gennaio 2011

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Caro Direttore,
ritengo che sia ormai inutile e dannoso che i commercialisti continuino ad usare toni morbidi nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, quando gli Uffici centrali dell’Ente proseguono imperterriti a vessarci con sempre nuovi adempimenti e comunicazioni, nonché a manifestare una sorta di disprezzo per la categoria.

Evidentemente, la politica del “collaborare” e i “tavoli di lavoro” non funzionano: è il momento di fare qualcosa di veramente concreto a tutela della categoria e smetterla di fare parole inutili, tanto poi non adottiamo nessuna azione di protesta, continuiamo a piangerci addosso, ma eseguiamo.

Come prima iniziativa, se la categoria fosse veramente decisa e solidale, bisognerebbe, pena la sospensione degli invii delle dichiarazioni, pretendere per ogni invio telematico almeno la somma che percepiscono i CAF per i 730 etc… e non l’offensivo contributo di 1 euro. E non mi si venga a dire che sarebbero sanzionati i nostri clienti perché, se tutti adottassimo la stessa linea, l’Agenzia dovrebbe per forza affrontare il problema.

E poi, come vanno in piazza i tassisti e tutte le categorie che vogliono farsi rispettare, facciamo anche noi qualche azione visibile e incisiva (e non soltanto le educate “note di protesta” del CNDCEC o dell’UNGDCEC o di qualche altra sigla) perché, altrimenti, le cose non cambieranno e l’Agenzia si sentirà autorizzata ad aumentare ulteriormente il numero di comunicazioni telematiche e noi, tra mille imprecazioni, aumenteremo ancora i costi di studio senza poterli ribaltare sui clienti, a loro volta esasperati dai continui nuovi adempimenti.


Stefano Noro
Consigliere Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Verbania

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