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LETTERE

Un credito d’imposta per gli investimenti nel telematico

Martedì, 22 marzo 2011

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Caro Direttore,
sono anni che si sentono e leggono lamentele da parte dei commercialisti, che non si concretizzano in una forma di protesta con ampia partecipazione. In quest’ultimo periodo il disagio è aumentato, ed è stato rappresentato anche in alcune occasioni dal CNDCEC e dai sindacati di categoria, che hanno espresso le loro considerazioni in merito allo stato attuale della professione di commercialista.
Ma quali sono i malesseri della nostra professione?

Tenuto conto dell’eterogeneità dell’organizzazione dei singoli studi, sia in relazione alle loro dimensioni, che al tessuto economico di riferimento, nonché dei differenti settori a cui il singolo professionista si dedica, si ritiene che le varie forme di disagio possano essere sintetizzate nella mancanza di considerazione riservata alla nostra professione ad ogni livello. Infatti, a livello centrale, i professionisti sono visti ormai come il mezzo per sopperire all’inefficienza cronica della Pubblica Amministrazione, assegnando loro nuovi adempimenti e oneri e, come se non bastasse, assoggettandoli a pesanti sanzioni in caso di errore nell’uso delle procedure informatiche e telematiche.
Non è mai stato chiesto agli operatori del settore di esprimere un parere preventivo sull’opportunità di istituire un nuovo adempimento e su come gestirlo in modo efficace.

A livello locale, si deve rilevare la mancanza, negli Uffici della Pubblica Amministrazione, salvo casi sporadici, di un’interfaccia con cui poter affrontare le varie problematiche in modo semplice e rapido, con l’obiettivo comune di risolverle .
Il livello di sopportazione e di mantenimento delle attività decentrate dalla Pubblica Amministrazione agli studi commerciali ha ormai superato abbondantemente il limite. Tali attività non possono più essere svolte se non si provvede ad una loro rivisitazione allo scopo di ridurle e semplificarle col presupposto del riconoscimento della nostra attività professionale e delle funzioni che svolgiamo per conto della Pubblica Amministrazione.

I commercialisti e i consulenti del lavoro della Provincia di Taranto si sono riuniti numerosi in Assemblea pubblica lo scorso febbraio, per fare il punto sullo stato di malessere che coinvolge gli studi professionali e chiedere, a gran voce, il riconoscimento della funzione pubblica dei commercialisti. I colleghi, ormai sempre più esausti, chiedono attenzione e ascolto, anche, in estrema alternativa, organizzando forme di protesta efficaci. Gli studi professionali sono oberati di attività legate agli innumerevoli adempimenti imposti dalla Pubblica Amministrazione, che ogni anno vengono ulteriormente incrementati; il tutto in un periodo di crisi economica che non consente il ribaltamento degli oneri sulle imprese, le quali, nella maggior parte dei casi, non hanno cognizione dell’onerosità e gravità di tali adempimenti.

Si auspica che il risveglio delle coscienze sfoci in ulteriori aggregazioni spontanee sull’intero territorio nazionale, che, anche con la partecipazione degli organismi sindacali di categoria, stimoli tutte le parti interessate a esprimere le giuste rivendicazioni, con ogni possibile sistema di protesta, affinché:
- si riconoscano le prerogative inspiegabilmente assegnate all’esclusiva competenza dei notai in materia di diritto commerciale e societario;
- venga statuito il diritto di reciprocità, secondo cui, ad ogni adempimento aggiuntivo attribuito ai professionisti, corrisponda un’agevolazione sugli adempimenti esistenti;
- si obblighino tutti gli enti della Pubblica Amministrazione ad istituire la PEC e a diffondere la sua esistenza permettendone l’uso;
- vengano eliminati i sistemi di presentazione online delle istanze per le quali vale l’ordine di protocollazione (“click day”);
- si individuino percorsi preferenziali per i professionisti che si recano presso gli Uffici pubblici per il disbrigo di pratiche e ne venga monitorata la funzionalità nel tempo;
- si inseriscano nel “cassetto fiscale” dell’Agenzia delle Entrate, tra le funzioni riservate ai professionisti abilitati, l’accesso all’estratto conto di Equitalia e la procedura di collegamento dei versamenti F24 alle relative dichiarazioni;
- si riconosca un credito d’imposta congruo sugli investimenti in hardware e software per le attività telematiche;
- si riconosca un congruo incremento del compenso a carico dello Stato sulle trasmissioni telematiche, adeguato all’onere sostenuto e all’impegno necessario, con estensione ad ogni trasmissione telematica effettuata;
- si fissi un’aliquota sui diritti di trasmissione delle pratiche inviate attraverso il sistema Telemaco a favore del professionista incaricato.


Domenico Santoro
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Taranto
Presidente Associazione dei Commercialisti e Consulenti del Lavoro (ASS.P.EC.) di Taranto

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