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LETTERE

Affranchiamoci del tutto dalla politica

Sabato, 9 luglio 2011

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Caro Direttore,
ho letto con interesse l’articolo di Carunchio e Di Vona (“La base dei commercialisti dice «Basta»” dello scorso 5 luglio), ma mi sono chiesto se non fosse il caso, ancora una volta, di cogliere al volo l’opportunità per una fuga in avanti della categoria che finalmente ci liberi dalla politica.

Mi spiego: abbiamo davvero bisogno che il nostro esame sia un esame “di Stato”? E se ci privatizzassimo completamente, mandando a quel paese non solo il signor Ministro dell’Economia, ma anche il signor Ministro della Giustizia?

Insomma, io non credo che una categoria così vasta e radicata nel Paese, che da decenni solleva gli imprenditori e i cittadini dal problema del rapporto con vaste aliquote della Pubblica Amministrazione, dall’incapacità ormai cronica del Parlamento di legiferare con coerenza e in modo comprensibile, e perciò diventata insostituibile, abbia davvero bisogno di un esame “di Stato” per sopravvivere.

E se, ad esempio, ci dessimo carico non solo di regolamentare l’accesso alla professione con un esame che gestiamo noi professionisti, a livello di Consiglio nazionale, ma introducessimo l’obbligo di un esame periodico per verificare che gli appartenenti alla nostra categoria non ritornino analfabeti?

E se introducessimo il titolo di specialista? Non mi pare che andremmo mai a farci operare ai legamenti del ginocchio da un gastroenterologo o da un otorinolaringoiatra. Eppure, lo spettro di conoscenze che è coperto dalle attività della nostra categoria è così ampio che qualche specializzazione potremmo anche immaginarla. Per esempio, giuslavorista, fiscalista, fallimentarista, esperto in finanza, esperto nei flussi informativi, esperto in gestione, ecc.

Secondo me, non dobbiamo guardare con timore a un futuro che ci affranchi totalmente dalla politica. L’importante sarebbe darci regole serie e rispettate da tutti gli aderenti a quella che potrebbe essere un’associazione del tutto privata.

Regole pensate per agevolare lo svolgimento della professione, introducendo, per esempio, le società professionali. Penso che gli strumenti che attualmente l’ordinamento mette a disposizione siano sufficienti. Prendiamo le srl, stabiliamo a quali condizioni una srl possa essere iscritta alla nostra nuova associazione professionale (che potremmo chiamare Ordine privatizzato dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili) e vediamo se è possibile introdurre il capitale nelle nostre attività, sempre assicurando la netta preponderanza dell’apporto scientifico del professionista. Ma anche dando la possibilità agli impiegati dello studio di entrare a far parte della società, magari come soci d’opera.

In fin dei conti, oggi che ci viene dalla politica? Ricordate, alle scorse elezioni, le promesse che facevano i vari pollitici (la doppia elle non è casuale) che si sono succeduti alla ricerca del nostro voto? Questa è la vera faccia della politica. Ecco perché dobbiamo recidere ogni legame con essa e cominciare a camminare sulle nostre gambe.

Forse dovremmo pensare che il nostro futuro Ordine privatizzato possa accogliere anche i consulenti del lavoro. In fin dei conti, è una professione contigua alla nostra: noi, come Dottori in Economia, abbiamo studiato tutto quello che serve per occuparci di questa materia (dagli insegnamenti economici in materia di organizzazione del lavoro a quelli giuridici di diritto del lavoro e diritto della previdenza sociale), e sarebbe il caso che i Dottori Commercialisti si riappropriassero di questa branca di lavoro, includendola nell’unico grande ombrello delle professioni economiche. D’altra parte, i consulenti del lavoro sono numerosi, svolgono attività spesso sovrapposte alle nostre, hanno una formazione in parte simile alla nostra (studi di ragioneria, quantomeno). Non possiamo far finta che non esistano. E quanto alla Cassa professionale, come possiamo immaginare che ne esistano due, possiamo anche immaginare, alla fine, che ne esistano tre.


Riccardo Pucher Prencis
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Treviso

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