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LETTERE

Dopo la manovra, a rischio le società che hanno conseguito perdite per restare sul mercato

Martedì, 4 ottobre 2011

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Spettabile Redazione,
scrivo la presente per raccontavi il caso reale di una srl mia cliente di studio operante nel settore tessile.

Tale società, nel corso degli ultimi anni, ha operato, grazie soprattutto ad un amministratore consapevole e lungimirante, scelte difficili e di estremo sacrificio, che le hanno però permesso di rimanere sul mercato nonostante la profondissima crisi del settore in Italia (la maggioranza dei suoi competitor diretti, infatti, o è stata costretta a chiudere o si è trovata coinvolta in procedure concorsuali).

Tali scelte sono consistite principalmente nella rinuncia, da parte dell’amministratore, ad una buona fetta dei suoi compensi annui, alla concessione a clienti e fornitori strategici di consistenti dilazioni di pagamento, nonché stralci parziali sull’ammontare totale dei loro debiti.
La società ha, poi, con grande spirito di sacrificio, compiuto un piano di ammodernamento e ristrutturazione della sua sede operativa, unitamente all’installazione di nuovi macchinari tecnologicamente avanzati applicando il criterio secondo il quale, ad un grande sacrifico oggi, conseguirà in futuro la possibilità, in primis, di rimanere sul mercato e, in secondo luogo, di poter tornare a generare profitti.

Questo piano l’ha però portata a conseguire perdite fiscali negli ultimi due periodi d’imposta, con la prospettiva, praticamente certa, di non riuscire a generare utili fiscali anche per il 2011 che sta volgendo alla sua conclusione.

Orbene, tale contribuente, l’anno venturo, si troverà senza dubbio coinvolto nelle presunzione di cui all’art. 2, comma 36-decies del DL 138/2011 e sarà costretto a dover dichiarare un reddito minimo di circa 200.000 euro, al quale dovrà essere applicata l’aliquota IRES del 38%.

L’aggravio di tassazione (pari a stimati 76.000 euro), unitamente all’impossibilità di utilizzare le perdite pregresse per azzerare l’imponibile a norma della L. 724/94, andrà a colpire un bersaglio che, ne sono convinto, non è assolutamente quello che aveva in mente il Legislatore quando ha concepito tale norma.

Rabbrividisco al solo pensiero di quante società potrebbero trovarsi in una situazione simile.


Alfonso Mariella
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano

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