Tirocinanti, un percorso ostacolato dalla mancata retroattività
Caro Direttore,
tra gli obiettivi del DL 1/2012 del 24 gennaio vi è quello di garantire una maggiore concorrenza dei mercati, ridurre le barriere d’ingresso alle professioni regolamentate e, di conseguenza, favorire l’accesso ai giovani al mondo del lavoro.
Fiero dell’operato del Governo e fiducioso delle nuove norme adottate in materia, giovedì 23 maggio, leggendo l’articolo di Michela Damasco riguardante i chiarimenti del Ministero della Giustizia sull’applicazione della nuova normativa relativa alla durata del tirocinio professionale, sono rimasto sconcertato dal parere del Ministero che esclude qualsiasi possibilità di retroattività dell’art. 9 comma 6 del testo di Legge.
Il mio sconcerto riguarda la mancata produzione degli effetti del testo di legge nel breve periodo in quanto questi, basandosi sul parere del Ministero, inizieranno, forse, a produrre frutti soltanto fra 3 anni.
In pratica, un giovane laureato iscritto nel registro dei tirocinanti commercialisti dopo il 24 gennaio, sosterrà l’esame nel novembre 2013 e verrà a conoscenza dell’esito dell’esame, a causa delle classiche disfunzioni universitarie che obbligano i candidati a riscriversi all’esame in attesa dell’esito, nell’estate del 2014.
Inoltre, chi si è iscritto un giorno prima della data del 24 gennaio, rischia di vedersi “sorpassato” dai suoi futuri colleghi di quasi 2 anni!
Molti giovani tirocinanti che hanno già maturato 18 mesi di tirocinio o si sono iscritti prima dell’adozione del DL 1/2012 vorrebbero sostenere l’esame per accedere alla professione quanto prima, in modo da relazionarsi con il mercato, esercitare la professione, realizzare i loro obiettivi ed evitare di posticiparli semplicemente a causa della mancata introduzione della norma transitoria, che avrebbe dovuto disciplinare i tirocini pendenti ed evitare così qualsiasi interpretazione discrezionale della norma a sfavore dei giovani.
A mio avviso, quindi, il MIUR non dovrebbe adeguarsi al parere del Ministero della Giustizia anche perché, per i commercialisti, la durata del tirocinio è di 3 anni (a differenza dei 2 anni previsti per gli avvocati), pertanto il nostro cammino per divenire un libero professionista è ancora più tortuoso e costringe spesso i giovani laureati che non hanno alle spalle famiglie facoltose, ad abbandonare la corsa verso quel traguardo che tanto hanno desiderato raggiungere durante gli studi universitari.
Maurizio Bitetto
Tirocinante commercialista ODCEC Bari
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Caro Futuro Collega,
hai tutte le ragioni di dolerti per questa interpretazione “tagliata con l’accetta” su una lettera della norma che, proprio perché infelice e priva di disposizioni transitorie, si presta purtroppo a simili chiavi di lettura.
Proprio per questo, permettimi di invitarti a moderare la tua fierezza per l’operato del Governo in materia di libere professioni.
Gli Ordini professionali sono a volte i primi che strumentalizzano i giovani per difendersi dagli attacchi che vengono portati al sistema ordinistico, ma i Governi, questo incluso, non si sono mai dimostrati migliori da questo punto di vista.
E la qualità approssimativa di queste disposizioni, da cui discende la sostenibilità di simili interpretazioni, ne è l’ennesima riprova.
Sai chi davvero ha a cuore le sorti dei giovani?
I giovani.
Enrico Zanetti
Direttore Eutekne.Info
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