Legittimo l’induttivo della plusvalenza in base al valore definito ai fini del registro
La Cassazione riprende il proprio costante orientamento, secondo cui il valore di mercato può essere usato come dato presuntivo per l’accertamento
L’Agenzia delle Entrate è legittimata a procedere in via induttiva alla determinazione della plusvalenza in base all’accertamento di valore definito ai fini dell’imposta di registro, essendo onere probatorio del contribuente superare la presunzione di corrispondenza tra il “corrispettivo percepito” e il “valore venale in comune commercio”.
Lo ha riaffermato la sezione tributaria della Corte di Cassazione che, con l’ordinanza n. 12632/2012, ha accolto il ricorso del Fisco. In buona sostanza, gli Ermellini hanno rinverdito il proprio costante insegnamento, secondo cui, in tema di accertamento del reddito d’impresa (o del reddito diverso), il valore di mercato determinato in via definitiva in sede di applicazione dell’imposta di registro ...
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