La collaborazione tra contribuenti e Fisco sembra una partita persa in partenza
Spettabile Redazione,
credo che la collaborazione tra contribuenti e Uffici finanziari sia una partita persa in partenza.
Ho la netta sensazione che il rapporto idilliaco che abbiamo sempre sperato e da qualche parte spesso ventilato abbia più la connotazione del “facciamo il meno possibile” (e, quel poco, facciamolo fare agli altri...).
In questi ultimi mesi sono state recapitate, ad alcuni contribuenti, cartelle di pagamento relative a presunti tardivi versamenti delle rate di imposte sostitutive derivanti dalla rivalutazione dei beni ex DL 185/2008. La prima cosa che ci stupisce è l’emissione del ruolo da parte di Ufficio Provinciale diverso da quello di competenza del contribuente, per cui riteniamo logico, prima di tutto, andare a chiedere chiarimenti all’Ufficio che ha emesso il ruolo.
Sulle cartelle si legge, tra le altre cose, il riferimento a un avviso con tanto di numero e data di consegna (mai avvenuta), ma, guarda caso, è precisato che “il contribuente, qualora non abbia ricevuto la comunicazione, può recarsi presso gli Uffici” (Che senso ha, avendo la cartella nelle mani? A fare che cosa?).
L’addetto che ci riceve, stupito anche lui, entra comunque nel sistema e visualizza la situazione del contribuente.
Facciamo presente che per gli anni 2009-2010-2011 sono stati emanati provvedimenti che hanno prorogato di 20 giorni le scadenze legate alla presentazione del modello UNICO e, pertanto, i versamenti dovevano ritenersi tempestivi. Il funzionario conferma che, in effetti, sono state inviate molte cartelle errate e, ovviamente, ci invita a presentare un’istanza di sgravio facendo capo, però, all’Ufficio competente.
Ora mi chiedo se, per inefficienze degli Uffici finanziari, un contribuente (o il professionista di fiducia) debba essere costretto a:
- recarsi presso l’Ufficio dopo aver preso puntuale appuntamento;
- avere conferma del fatto che le cartelle sono sbagliate;
- predisporre l’istanza di sgravio;
- presentarla all’Ufficio di competenza;
- presentare una copia a Equitalia in via cautelativa;
- allegare (su consiglio del funzionario) le ricevute di presentazione delle dichiarazioni dalle quali si evinca che il contribuente è soggetto agli studi di settore (?!?);
- pagare la parcella al professionista.
Beh, tutto questo mi sembra normale... Siamo mica in Germania o in Inghilterra!
Come minimo, il contribuente avrebbe diritto di chiedere il rimborso di quanto dovuto al professionista; ma al di là di questo, cosa costava al funzionario, certo dell’errata emissione della cartella, di provvedere d’ufficio allo sgravio? Assolutamente nulla!
Sono sempre più convinto che non ce la faremo mai.
Bruno Di Benedetto
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Torino
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