Difficile verificare la comunione legale tra soggetti conviventi
Il Notariato mette in luce le criticità derivanti dalla carenza di pubblicità del regime prescelto dopo la legge Cirinnà
Con lo Studio 196-2017/C, il Consiglio nazionale del Notariato ha approfondito la questione della conoscibilità, da parte del professionista, della scelta fatta dai conviventi di fatto a favore del regime di comunione legale a seguito dell’entrata in vigore della legge Cirinnà (L. 76/2016).
La legge in oggetto ha istituito le unioni civili (art. 1 commi 1-35 della L. 76/2016) e ha disciplinato le convivenze di fatto (art. 1 commi 36-65). Le prime riguardano due persone maggiorenni dello stesso sesso che effettuino la dichiarazione di voler costituire un’unione civile di fronte all’ufficiale di stato civile ed alla presenza di due testimoni; le seconde sussistono quando vi siano “due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza
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