Dovrebbero essere chiarite in fretta le esclusioni dal regime forfetario
Gentile Redazione,
relativamente alle modifiche al regime forfetario dal 2019, ritengo utile porre nuovamente l’attenzione su una riflessione da voi già riportata, ma che spicca meno di altre negli articoli di queste ultime settimane in quanto maggiore enfasi è stata data agli aspetti pratici e a quelli del potenziale risparmio d’imposta.
Come si evince da una prima lettura del disegno di legge di bilancio, infatti, dal 2019 potrebbe essere escluso dal suddetto regime chiunque abbia avuto un rapporto di lavoro dipendente o assimilato negli ultimi due anni e poi rivolga la propria attività prevalentemente all’ex datore di lavoro. E questo nel chiaro intento di non agevolare i “falsi lavoratori autonomi”.
Ciò che però non è lampante è la profondità di questa limitazione: andrebbe specificato se un soggetto verrà escluso dall’applicazione del regime nell’anno per il solo fatto di aver percepito redditi da lavoro dipendente o assimilati da quel datore nel biennio precedente ovvero se per essere escluso debba anche aver percepito redditi da lavoro dipendente nell’anno in corso (magari da un altro datore di lavoro?), avvicinando quindi la nuova formulazione della norma a quella attuale. Inoltre potrebbe darsi che questa esclusione valga solo per le attività iniziate nel 2019, “fatte salve” le attività avviate precedentemente.
Il fatto di non avere certezza sull’intento normativo, ad oggi, ci impedisce in primo luogo di dire a un cliente se il prossimo anno potrà rientrare nel regime forfetario o meno – con tutte le differenze pratiche del caso, quali l’esenzione dai numerosi obblighi contabili e fiscali – e in secundis di avvisare un altro ipotetico cliente attualmente in regime forfetario che dal 2019 dovrà passare al regime ordinario. Una comunicazione precisa – all’interno della norma stessa e nel giro di una ventina di giorni – sarebbe un bel regalo sotto l’albero, ma credo francamente che questo non succederà.
È paradossale, comunque, che pochi giorni prima della fine dell’anno un consulente che dedichi impegno e attenzione per essere sempre aggiornato possa non essere in grado di informare in via definitiva il proprio cliente in merito alle scelte fiscali (e contributive) per l’anno successivo. Credo ci sia concesso perlomeno essere un po’ indispettiti, se si considera che nella nostra professione il fatto di “vedersi le carte cambiate in tavola” dall’oggi al domani è più regola che eccezione.
Diana Benedetto Tiz
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Udine
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