Concorso tra truffa aggravata e frode fiscale con richiesta di soldi pubblici
Rileva l’utilizzo di fatture false funzionale ad ottenere l’erogazione dei contributi
È possibile il concorso tra i reati di truffa aggravata e di frode fiscale laddove le fatture per operazioni inesistenti vengano utilizzate a supporto della richiesta di contributi pubblici.
La Corte di Cassazione – nella sentenza n. 36916 del 22 dicembre scorso – ha confermato tale orientamento già da tempo avallato dalle Sezioni Unite n. 1235/2011.
Si trattava di un caso in cui l’amministratore unico di una srl aveva indebitamente conseguito la percezione di un contributo concesso per un programma di investimento finanziato a norma della L. 488/1992 (intervento straordinario nel Mezzogiorno e agevolazione delle attività produttive), mediante artifici e raggiri consistiti nell’omettere di comunicare alla banca la perdita dei requisiti necessari perché la società potesse mantenere
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