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LETTERE

In materia giuslavoristica, esclusioni immotivate dei commercialisti

Mercoledì, 6 ottobre 2021

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Caro Direttore,
mentre nella categoria si continua a litigare e discutere, sui tavoli tecnici che contano il nostro silenzio continua a essere assordante.

Mi spiego meglio: il Ministero della Giustizia ha pubblicato il decreto 28 settembre 2021Composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa, previsto dal DL n. 118/2021, con cui vengono fornite le specifiche tecniche della nuova disciplina della composizione assistita della crisi. La quarta sezione del documento è dedicata alla formazione degli esperti e fornisce le specifiche che la formazione sulla materia deve avere per essere abilitante all’iscrizione all’albo degli esperti.

Nell’accogliere favorevolmente la completezza e il dettaglio del provvedimento, che rappresenta una vera e propria linea guida per una formazione unitaria, non possiamo non rimanere perplessi dell’esclusione che colpisce la categoria dei Dottori Commercialisti. I commercialisti, che hanno avuto proprio nel corpo della riforma un ruolo cruciale nell’individuazione del soggetto facilitatore per il risanamento delle imprese.

Il provvedimento, difatti, prevede per ogni argomento il contenuto dei temi trattati, le ore di formazione dedicate e la tipologia di docente da utilizzare. In merito alle nozioni in materia di rapporti di lavoro e di consultazioni delle parti sociali, vengono previste quattro ore di formazione e un docente che possegga due requisiti: avere competenze in materia di diritto del lavoro; essere iscritto all’Ordine degli Avvocati, essere iscritto all’Ordine dei Consulenti del lavoro, essere Professore universitario in materie giuridiche o essere Magistrato. Vengono pertanto esclusi a priori i Dottori Commercialisti, una mancanza immotivata avendo anche competenze in materia di diritto del lavoro; una dimenticanza di migliaia di commercialisti che esercitano quotidianamente la professione anche in queste materie.

La nostra perplessità si accentua fino a tramutarsi in seria preoccupazione e sospetto constatando che l’esclusione dei commercialisti in ambito di negoziazione assistita viene attuata anche nel testo del Ddl. n. 1662 approvato al Senato il 21 settembre 2021. La riforma della giustizia civile, nel testo inviato alla Camera, decide di violare palesemente la L. n. 12 del 1979, riconoscendo alle parti nelle controversie sul lavoro la possibilità di essere assistiti oltre che dal proprio avvocato anche dal consulente del lavoro.
Nessuna apertura invece per i Dottori Commercialisti che si occupano di materia giuslavoristica e che con le loro competenze aziendalistiche garantirebbero un più completo inserimento del contenzioso nel contesto dell’impresa e del datore di lavoro, garantendo la massimizzazione del risultato di negoziazione.

Quindi ci si domanda se tale mancanza non violi palesemente le equiparazioni in tema di materia giuslavoristica tra Consulenti del lavoro e Dottori Commercialisti, previste nella L. n. 12 del 1979, lasciando fuori da questi contesti la nostra categoria e limitandone l’agire, anche in pregiudizio al cittadino che potrebbe beneficiare di questo tipo di consulenza. Oppure, ci domandiamo se il legislatore stia volgarizzando l’utilizzo dei termini nella stesura dei testi normativi utilizzando il generico termine “consulenti del lavoro” senza specificare la declinazione dei soggetti legalmente abilitati a svolgere tale consulenza.

In entrambi i casi, è urgente l’intervento di integrazione dei due testi normativi per allinearli alle previsioni della L. n. 12 del 1979, rispettando i Dottori Commercialisti che mantengono un alto livello di preparazione in materia giuslavoristica; ma ancor di più per garantire al cittadino la possibilità di fare affidamento su questi professionisti a cui abitualmente si rivolge.

Quello che però risulta evidente è come, purtroppo, nel momento in cui in Parlamento si definivano i destini della nostra categoria – in un ambito importante come quello appena citato – noi eravamo completamente assenti, eravamo presi a discutere e litigare per una campagna elettorale infinita e assolutamente mal gestita. La rappresentanza si esercita con la competenza, ma soprattutto con la presenza costante su tutto quello che è di interesse per i “rappresentati”.

Il 6 ottobre ci sono gli “Stati Generali” convocati dal CN e a questa manifestazione non sono stati invitati i sindacati. Non sappiamo quindi di quali argomenti a tutela della categoria si discuterà in quella sede. Ciò che è certo è che nel mentre noi continueremo a esercitare il ruolo di un’associazione che tutela i giovani dottori commercialisti e la professione in generale, anche sollevando una tematica di assoluta rilevanza come quella al centro di questa lettera. A Reggio Calabria ci siamo ripromessi di avere sempre il coraggio di osare ed è quello che faremo, perché c’è una riforma, quella del Fisco, che deve vederci protagonisti!


Matteo De Lise
Presidente UNGDCEC

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