La mediazione disinnescava il silenzio del Fisco su avvisi bonari e cartelle
Gentile Redazione,
scrivo in riferimento alla lettera pubblicata su Eutekne.info il 24 gennaio (si veda “Non capisco perché è stata abrogata la mediazione, che preveniva le liti «vere»”), scritta dal collega di Asti Alessandro Trotti, per unirmi al suo disappunto per l’abrogazione del reclamo/mediazione (art. 17-bis del DLgs. n. 546/92).
L’istituto, oltre ad essere utile per prevenire le liti “vere”, come indicato dal collega, era diventato un utile strumento operativo per disinnescare in maniera intelligente ed efficace il silenzio dell’amministrazione in sede di richiesta di chiarimenti per avvisi bonari o cartelle effettuati tramite il canale CIVIS.
Chi scrive non ha mai mancato di sottolineare la scarsissima efficacia e l’assenza di valore deterrente delle “istanze di autotutela” e dello stesso “CIVIS”, per la risoluzione delle richieste più facilmente risolvibili, a cui purtroppo il contribuente spesso non riceveva risposta, o la riceveva (palesemente errata!) solo dopo un enorme dispendio di tempo trascorso a sollecitarla.
A questa situazione si era indicata la soluzione di tralasciare l’autotutela, privilegiando il CIVIS, a cui però far seguire, decorso un minimo lasso di tempo senza ricevere riscontro, il ricorso/reclamo, con l’unico intento di ottenere una risposta (tra l’altro ben circostanziata) da parte dell’Ente impositore, il quale, ben conscio delle conseguenze negative del mancato riscontro (in sede di reclamo), non mancava di farla avere, e trattandosi di fattispecie abbastanza semplici, comunicava lo sgravio.
Si potrebbe pensare che questa strada sia stata sostituita dall’autotutela obbligatoria, ma si teme che così non sarà, per almeno due motivi. In primis, la non netta linea di confine tra autotutela obbligatoria e quella facoltativa, la cui ultima ha una valenza quasi irrilevante rispetto alla prima; in secundis, non tutte le ipotesi che rientravano nel reclamo oggi possono accedere alla strada dell’autotutela.
Probabilmente, questi elementi sono sfuggiti al legislatore, che, nell’intento di rimediare alla sostanziale assenza di terzietà nell’istituto in commento, ha pensato (male) di eliminarlo anziché riformularlo.
Danilo Sciuto
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Messina
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