ACCEDI
Venerdì, 8 novembre 2024 - Aggiornato alle 6.00

INIZIATIVE DI CATEGORIA

Da CNDCEC e FNC una ricerca sul settore calzaturiero

/ REDAZIONE

Mercoledì, 31 gennaio 2024

x
STAMPA

Mettere a punto un modello di analisi della gestione aziendale attento alle specificità settoriali, in modo da fornire ai commercialisti un valido strumento da utilizzare nella loro attività di consulenza alle imprese. Con questo obiettivo, Consiglio e Fondazione nazionali dei commercialisti hanno inaugurato una nuova tipologia di ricerca, che si sofferma su specifici settori produttivi con una impostazione metodologica su due livelli: l’analisi macro, basata sui dati di settore, e l’analisi micro, fondata su dati analitici aziendali, sui processi produttivi e aziendali specifici di ciascun settore.

La prima ricerca, pubblicata ieri, è stata dedicata a “Le imprese del comparto calzaturiero”, uno dei settori più tipici della manifattura distrettuale italiana e, al tempo stesso, uno dei settori più colpiti dai processi di riorganizzazione produttiva a livello nazionale e internazionale a seguito delle crisi economiche e della delocalizzazione.

Il quadro macro fotografa un settore che, negli ultimi 40 anni, ha perso oltre i due terzi del totale della produzione, passando dai 511 milioni di paia del 1982 ai 162 milioni del 2022. Un trend negativo ricalcato anche dal numero delle aziende del settore (dalle 8 mila nel 1997 alle 4 mila del 2022) e dal totale degli addetti impiegati (120 mila nel 1997, 70 mila nel 2022). Nonostante ciò, l’Italia rimane l’undicesimo Paese mondiale per livello di produzione e primo del mondo occidentale (0,9% della produzione mondiale), in una classifica dominata, come prevedibile, dalla Cina (66,2%).

“Riteniamo importante affrontare il tema della compliance aziendale e degli adeguati assetti – scrivono nella prefazione al documento Fabrizio Escheri ed Eliana Quintili, Consiglieri del CNDCEC delegati a compliance e modelli organizzativi delle imprese – tenendo conto della realtà imprenditoriale italiana e, quindi, valorizzando la cultura professionale coltivata nell’ambito di specifiche filiere e cluster d’impresa”.

Le aziende che hanno retto alle varie crisi che si sono succedute nel corso degli anni “hanno affrontato – continuano – importanti processi di ristrutturazione o riorganizzazione sfruttando, in particolare, l’innovazione di prodotto e di processo e rafforzando la loro presenza sul mercato sia interno sia internazionale. L’impressione, però, è che la crescita del settore, particolarmente concentrata sui processi innovativi, sia associata a una minore attenzione verso i modelli organizzativi e, soprattutto, verso assetti amministrativi e gestionali più efficienti e in grado di supportare i processi di crescita in atto”.

In questo contesto, diventa “strategico valorizzare e promuovere la figura del commercialista quale consulente in grado di affiancare l’impresa nel processo di crescita e di sviluppo grazie alle sue conoscenze ed esperienze nell’ambito delle aree specialistiche della corporate governance e, in particolare, della compliance aziendale e degli adeguati assetti”.

TORNA SU