ANC: «Necessario l’aggiornamento delle tariffe professionali»
L’emendamento al Ddl. di conversione del decreto “Pubblica Amministrazione” (DL 25/2025) che mira ad aggiornare le tariffe dei liberi professionisti italiani incassa l’appoggio dell’Associazione nazionale commercialisti. Con un comunicato stampa diffuso ieri, il sindacato guidato da Marco Cuchel spiega di aver accolto con favore l’iniziativa del deputato leghista Andrea De Bertoldi, secondo cui è “necessario aggiornare i compensi dei liberi professionisti per tener conto dell’inflazione e dei nuovi compiti loro assegnati, come, ad esempio, nel recente decreto del Ministero dell’Economia, le responsabilità integrative attribuite a sindaci e revisori, perlopiù commercialisti ed avvocati, nel controllo dei contributi pubblici destinati alle imprese”.
Dello stesso avviso l’associazione di categoria: “Con il decreto Pubblica Amministrazione – si legge nella nota stampa – i professionisti sono chiamati a dare seguito a nuovi adempimenti relativamente ai soggetti che beneficiano di contributi pubblici. La possibilità quindi di prevedere emolumenti che siano adeguati per il lavoro che gli stessi sono chiamati ad assolvere appare doverosa”.
Nello specifico, l’emendamento all’art. 18 del provvedimento – che è in prima lettura all’esame delle Commissioni competenti della Camera – prevede la revisione organica e la rideterminazione delle tariffe dei liberi professionisti, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto. L’ANC auspica che l’emendamento venga approvato e possa rappresentare “il primo passo per giungere, finalmente, ad un aggiornamento dei parametri di cui al DM 30/2012 (determinazione dei compensi dei Curatori fallimentari, Commissari giudiziali e Liquidatori giudiziali) e al DM 140/2012 (compensi professionali nel caso di liquidazione da parte di un organo giudiziale)”.
Peraltro, quest’ultimo decreto ministeriale funge anche da riferimento per l’applicazione della legge sull’equo compenso (L. 49/2023). Il mancato aggiornamento dei parametri in esso contenuti, concluse la nota dell’ANC, “rende il recente provvedimento normativo sull’equo compenso non in grado di tutelare appieno i professionisti e il loro lavoro”.
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