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Sabato, 28 giugno 2025 - Aggiornato alle 6.00

FISCO

La richiesta di consulenza giuridica non ha effetti sulle scadenze

Pubblicate le disposizioni attuative ex art. 10-octies della L. 212/2000

/ Alice BOANO

Sabato, 28 giugno 2025

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È stato firmato dal Vice Ministro dell’Economia il DM 24 giugno 2025, recante le disposizioni applicative in materia di consulenza giuridica.

Il decreto, pubblicato sul sito del Dipartimento delle Finanze, è stato emanato in attuazione dell’art. 10-octies della L. 212/2000, norma introdotta dal DLgs. 30 dicembre 2023 n. 219 nell’ambito della riforma fiscale.
Prima del 2023 l’istituto non aveva una disciplina espressa, pur essendo da tempo utilizzato dall’Amministrazione finanziaria sulla base delle istruzioni contenute nelle circolari nn. 42 del 5 agosto 2011 e 19 dell’8 agosto 2019.

La consulenza si differenzia rispetto all’interpello in quanto è finalizzata all’individuazione del corretto trattamento fiscale di fattispecie riferite a problematiche di carattere generale, che non riguardano singoli contribuenti.
Proprio in ragione di questa peculiarità, la consulenza può essere presentata, in base a quanto previsto all’art. 10-octies, da associazioni sindacali e di categoria, ordini professionali, enti pubblici o privati, regioni ed enti locali e, infine, dalle amministrazioni dello Stato.

Il decreto attutivo specifica il contenuto delle istanze.
Le richieste devono contenere:
- dati identificativi e recapiti (telefono e indirizzo mail) dell’istante e dell’eventuale legale rappresentante;
- una descrizione chiara ed esaustiva della questione;
- le specifiche disposizioni tributarie in merito alle quali sussiste incertezza interpretativa;
- la soluzione ritenuta corretta con riferimento alla situazione esposta.

Occorre la sottoscrizione dell’istante, del legale rappresentante o del procuratore generale o speciale ex art. 63 del DPR 600/73.
È necessario allegare tutta la documentazione che si ritiene rilevante.
L’istanza è inammissibile nel caso in cui sia presentata da un soggetto non legittimato, manchi la descrizione della problematica fiscale o le disposizioni di cui è incerta l’applicazione. Invece nel caso in cui quest’ultimo elemento, la soluzione proposta o la sottoscrizione siano carenti, l’Amministrazione concede un termine di 30 giorni per la regolarizzazione. Il termine, che si sospende nel mese di agosto, slitta al primo giorno lavorativo nel caso in cui cada di sabato o in un giorno festivo.

A questo punto le strutture si impegnano a rispondere entro un termine normalmente non superiore a 120 giorni dalla data di ricezione della richiesta.
Ulteriori casi di sospensione, in aggiunta a quelli prima richiamati, si hanno ogniqualvolta sia necessario un parere preventivo ad un’altra amministrazione. Il parere va reso entro 60 giorni, pena l’improcedibilità della consulenza giuridica.

La risposta all’istanza non è impugnabile

Vi può essere un ulteriore differimento nel caso in cui sia necessaria una ulteriore integrazione della documentazione. In questa ipotesi il termine di 120 giorni decorre dal giorno in cui è comunicata la regolarizzazione.
Il mancato rispetto dei termini per la regolarizzazione causa la rinuncia all’istanza.

L’istanza di consulenza giuridica non ha effetti sulle scadenze previste dalle norme tributarie, sulla decorrenza dei termini di decadenza e, altresì, non comporta interruzione o sospensione dei termini di prescrizione. Le risposte non sono vincolanti per i soggetti legittimati alla presentazione e infine la risposta all’istanza non è impugnabile.

Le nuove disposizioni si applicano ai procedimenti aventi ad oggetto istanze di consulenza giuridica presentate a partire dal giorno successivo a quello della pubblicazione dei provvedimenti direttoriali.

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