Per l’unificazione delle Casse servono numeri, non parole
Caro Direttore,
faccio seguito alla lettera di Paolo Saltarelli che è stata pubblicata da Eutekne.info nei giorni scorsi.
Per me è sacro il diritto alla libertà di pensiero e di espressione, ma credo che il direttore responsabile di una rivista abbia il dovere di cassare gli articoli e le lettere che hanno il solo scopo di aumentare la confusione e tenere alto il livello di tensione su argomenti particolarmente delicati, quali Cassa di previdenza dei dottori commercialisti e Cassa ragionieri e la loro impossibile unificazione senza creare danni alla categoria previdenziale dei dottori commercialisti.
Non credo sia sfuggito alla tua attenzione quanto pubblicato martedì 28 dicembre su Italia Oggi e ripreso poi nei giorni successivi: “secondo il metodo Sacconi sette istituti previdenziali non risulterebbero sostenibili” e tra quei sette c’è anche Cassa ragionieri e, sempre in base all’articolo di Italia Oggi, le 7 Casse (geometri, notai, consulenti del lavoro, giornalisti, ragionieri, medici, agenti di commercio) “rischiano di trovarsi commissariate perché non in grado di garantire il pagamento delle pensioni ai propri iscritti nei prossimi 30 anni”.
Concordo perfettamente con le osservazioni dei Colleghi Alessandro Nachira e Paolo Mazza in merito alla lettera del rag. Saltarelli, e invito il Presidente della Cassa ragionieri a suffragare le sue rassicuranti affermazioni in merito all’unificazione, con elementi oggettivi quali i “numeri”: tutti noi delegati della Cassa dottori abbiamo ben analizzato ogni documento presentato dalla Cassa ragionieri e se l’assemblea dei delegati e il Consiglio di amministrazione di Cassa dottori sono all’unanimità concordi nell’affermare che al momento attuale non ci sono i presupposti per l’unificazione, forse Cassa ragionieri dovrebbe cercare di essere più convincente, ma sempre con i numeri, non con inutili parole.
Anna Faccio
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Vicenza
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