Puniamo gli evasori, non trasformiamo i contribuenti onesti in bersagli
Ultimamente non si fa altro che parlare, giustamente, della nuova manovra fiscale che il Governo ha deciso di mettere in forno per cercare di rispondere alla crisi e per rispettare i paletti posti dall’Europa. La manovra, per ora, indubbiamente non è all’altezza della situazione, non soddisfa, a tratti non è equa e nelle varie versioni succedutesi ha evidenziato anche degli scricchiolii a livello di legittimità costituzionale. Probabilmente, così com’è strutturata, non consentirà neppure di superare la crisi.
Quello che comunque mi lascia più perplesso è il fatto che, a destra e a manca, non facciano altro che ripetere la stessa cosa: vengono colpiti gli onesti e non gli evasori. Beh, questo di sicuro è vero, ma il problema è che gli evasori non vengono colpiti in quanto non sanno come trovarli.
E come trovarli? Fino ad ora non mi sembrano siano state trovate tante soluzioni. Le norme sullo “spesometro”, dal mio punto di vista, non risolvono la caccia agli evasori, in quanto loro continueranno a pagare le loro spese in nero, il commerciante non avrà nulla da comunicare a riguardo e noi commercialisti ci troveremo di fronte ad un ulteriore adempimento a valore aggiunto “zero”, intrappolati nel nostro ruolo di postini conto terzi ed “inutili al Paese”; lo stesso dicasi per l’abbassamento della soglia di utilizzo dei contanti, in quanto gli evasori non fanno transitare il “nero” nei conti correnti, ma lo tengono ben nascosto all’estero (i risultati sul rimpatrio dei capitali all’estero non fanno che confermare tutto ciò), ovvero lo tengono a portata di mano per poter finaziare ulteriori acquisti in nero.
Per non parlare poi degli studi di settore. Ora, in una situazione di crisi economica finanziaria mondiale, bisognerà essere congrui per due anni di seguito, gli avvisi di accertamento non dovranno più contenere le motivazioni che spieghino in quale modo lo studio di settore sia indicativo della realtà in cui opera il contribuente... perché non aggiungere anche delle ulteriori aggravanti basate su statura del titolare dell’azienda e gusto nel vestire?
Purtroppo non ho la bacchetta magica con cui poter porre rimedio alla situazione, tuttavia ritengo che il primo passo da fare sia quello di intervenire sulle spese che gravitano attorno alla politica.
Gli evasori sono indubbiamente da punire ed anche pesantemente – se vogliamo pure senza sconti e riduzioni – però solamente gli evasori veri!
La preoccupazione maggiore è che tutto questo parlare di evasori da colpire, invece, trasformerà i contribuenti onesti in facili bersagli per una caccia alle streghe dove, per risolvere i problemi, bisognerà rivolgersi alla Commissione tributaria.
Come professionista potrei esserne anche contento, ma come cittadino e contribuente sono preoccupato.
Matteo Boni
Presidente UGDCEC Venezia
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