Con i lavori forzati, rigore e crescita insieme
Ennesima giornata di passione, quella di ieri.
I mercati dimostrano di non credere che le norme introdotte in materia di lotta all’evasione fiscale saranno in grado di assicurare lo stesso gettito che doveva essere garantito dalle disposizioni che sono andate a sostituire.
Un vero e proprio smacco per il Ministro dell’Economia, secondo cui, anzi, le entrate sarebbero state ben maggiori.
Tremonti non si è però demoralizzato e ha rilanciato ulteriormente l’importanza del carcere per gli evasori, sottolineando che, se abbinato alla previsione dei lavori forzati, provvedimento in queste ore allo studio del governo, rappresenti la sola strada attraverso cui coniugare rigore nei conti e crescita economica.
Inevitabile, però, un ripensamento sui tre grandi filoni troppo frettolosamente usciti, o mai entrati, nella manovra: aumento dell’IVA, interventi sulle pensioni e contributo di solidarietà.
Per quanto riguarda l’aumento dell’IVA, è in dirittura d’arrivo il c.d. “aumento a targhe alterne”: nei giorni pari l’IVA salirà al 22% per i titolari di targhe dispari e nei giorni dispari salirà al 22% per i titolari di targhe pari.
La domenica, scenderà invece al 18% per tutti, ma gli esercizi commerciali resteranno chiusi, causa un mancato coordinamento normativo con le disposizioni in materia di commercio.
Sulle pensioni è previsto un aumento dell’età pensionabile su base modulare a scaglioni mobili: in pratica, per tutti quelli cui manca un anno alla pensione, verrà sistematicamente alzata la soglia di un altro anno fino a quando almeno la metà degli aventi diritto sarà deceduta e almeno il 25% degli aventi diritto alla reversibilità avrà formalmente accettato la rinuncia in cambio di due sacchetti di perline e dieci pacchi di calze di nylon.
Più drastiche le scelte sul fronte del contributo di solidarietà: si applicherà con aliquota del 5% a partire da 50.000 euro e con aliquota del 10% a partire da 100.000 euro.
Per i redditi sopra i 150.000 euro, l’aliquota sarà del 30%, ma soprattutto è previsto il coro “scemo, scemo” all’indirizzo del contribuente che li dichiara.
Tra i nodi ancora da sciogliere, l’autorità preposta all’organizzazione dei cori, con il Ministro Calderoli pronto a rivendicare come una cosa del genere non possa che rientrare di diritto tra le sue deleghe.
La manovra è una cosa seria.
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