Lo spesometro sta diventando uno dei nostri incubi peggiori
Gentile Direttore,
non credo di esagerare se affermo che questo spesometro si sta profilando come uno dei peggiori incubi per la nostra categoria. Le difficoltà economiche di un numero sempre maggiore dei nostri clienti ci costringeranno, come ormai avviene da molto tempo, a lavorare con ritorni economici irrisori.
Concordo pienamente con il contenuto della lettera del collega Graziano Taramasso (“Lo spesometro fa rimpiangere i vecchi elenchi «clienti e fornitori»” del 26 settembre), e ancor di più con quanto risposto dal Lei sul fatto che sarebbe opportuno muoversi nella direzione dell’inclusione volontaria, “senza tanti distinguo, di tutte, ma proprio tutte le operazioni, senza impazzire nella certosina verifica di quelle che, pur essendo sotto soglia, devono essere comunicate”.
Può darsi, anzi sicuramente la nostra categoria si è fatta sentire, ma temo troppo sottovoce e con troppo timore di pestare i piedi. Ormai penso sia sotto gli occhi di tutti che questi signori non badano a governare per il bene del Paese, ma solo per avere quel consenso che gli permette di essere rieletti, e allora perché non usare quei metodi che loro stessi usano e fare una massiccia campagna di discredito, che meritano ampiamente, come a suo tempo fu fatto per Visco?
Anna Colabattista
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Latina
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