ACCEDI
Sabato, 6 settembre 2025 - Aggiornato alle 6.00

LETTERE

Prima che alla fusione delle Casse, pensiamo a fare fronte comune

Martedì, 6 dicembre 2011

x
STAMPA

Carissimo Direttore,  
sento il piacere, oltre che il dovere istituzionale, di manifestare pubblicamente la mia grande e sincera ammirazione per l’intervento del Presidente Walter Anedda di giovedì 1° dicembre in sede di apertura del convegno “Previdenza on Tour” tenutosi a Palermo.

Ammetto di essermi recato presso la splendida cornice del Palazzo dei Normanni di Palermo, sede del convegno, prevenuto su un possibile intervento del Presidente Anedda rivolto all’annosa questione delle Casse dei commercialisti separate, su cui troppe volte avevo sentito, da ambo le campane, solo attacchi all’altra parte. Mi ha riempito invece di orgoglio sentire un massimo dirigente esporre con lucidità e lungimiranza le reali problematiche della nostra categoria, offrendo un quadro realistico delle necessità immediate e della quotidianità che viviamo nei nostri studi. C’è un tempo per sognare nuovi scenari professionali e immaginare percorsi futuri meramente consulenziali, ma c’è un tempo in cui bisogna riscendere nella “realtà dei nostri studi” e difendere i valori, le passioni e la routine lavorativa (contabile e fiscale) dei commercialisti italiani.

Bene ha detto il Presidente Anedda quando ha affermato che la difesa delle nostre Casse di Previdenza passa dalla difesa del nostro ruolo sociale e anche del nostro mercato, come sottolineato nel Suo lungimirante intervento che ha riscosso innumerevoli applausi da parte dei commercialisti presenti al convegno. Forse è giunto il momento che Confindustria capisca che anche noi siamo pronti ad alzare le barricate e ad iniziare poi il contrattacco, ad esempio con il boicottaggio del loro quotidiano, da noi finanziariamente sostenuto come primari clienti. Il tutto dovendo affrettare i tempi della necessaria strategia, perché forse non abbiamo capito il rischio che corriamo, consapevoli delle obiettive difficoltà di dialogo con la governance del nostro Paese (politica e tecnica), ma anche del positivo e innovativo lavoro di comunicazione sociale svolto dal nostro Presidente Siciliotti.

Su tale fronte credo che il ruolo fondamentale delle Casse di Previdenza debba essere a difesa del nostro reddito, presupposto indispensabile per l’esistenza delle Casse stesse. A tale scopo, consapevole che la fusione delle Casse oggi è un problema secondario rispetto alla difesa della nostra professione, chiedo ai Presidenti di Cassa Dottori e di Cassa Ragionieri – Walter Anedda e Paolo Saltarelli – di iniziare una stagione di coesione e di fronte comune contro i poteri forti (e organizzati) che provano a minare la nostra antica professione.

Credo che con la loro forza d’urto (anche economica) e con l’ausilio di un auspicato coordinamento dei sindacati, il nostro Consiglio nazionale possa e debba disegnare una strategia che, condivisa con gli Ordini locali, rappresenti il fronte comune, prioritario rispetto a tutto e tutti, ivi compresa la già fastidiosa e insopportabile stagione elettorale in un momento storico come questo. Se la casa brucia non è tempo di preoccuparsi di chi la debba abitare nel prossimo mandato quadriennale, è tempo di assumersi innanzitutto la responsabilità di salvare la casa, salvare i commercialisti italiani.


Nicolò La Barbera
Vice Presidente ODCEC di Palermo


***


Caro Collega,
che un momento dedicato alla Previdenza delle nostra categoria possa trasformarsi in uno spunto per rilanciare finalmente ciò che ci unisce, invece che per sottolineare ciò che ci divide, è senza dubbio un bel segnale. Se poi riusciremo in futuro a confermare questa maturità categoriale anche senza necessità di avere i barbari alle porte e il fienile che brucia, allora sarà addirittura un grande segnale.

Intanto, nell’incertezza di avere un futuro, come Paese e come categoria, prendiamo quanto di buono ci offre il presente, come appunto la tua lettera. Tra tante critiche che possono essere mosse al Consiglio nazionale, un riconoscimento doveroso che è giusto tributargli è proprio quello di aver sempre cercato, anche nei momenti di maggiore tensione, una sintesi e una mediazione tra i due enti previdenziali, evitando di spaccarsi al suo interno tra sostenitori delle ragioni dell’una e dell’altra; cosa che avrebbe fatto naufragare in partenza quell’unità che oggi serve per provare almeno ad arginare l’arginabile della marea montante.

A loro volta, i Consigli di Amministrazione delle due Casse hanno sempre saputo distinguere con intelligenza il confine tra legittima tutela degli interessi dei loro iscritti e aggressione ingiustificata alle ragioni e all’autonomia dell’altra Cassa. Vediamo se, nel momento del bisogno, tutto ciò saprà concretamente tradursi in una vera sinergia tra i custodi del nostro presente e futuro prossimo e i custodi del nostro futuro remoto. Diversamente, ci sarà poco sia degli uni che dell’altro.


Enrico Zanetti
Direttore Eutekne.Info

TORNA SU